CATANIA – Non è la prima squadra di Verona nonostante primeggi rispetto alla storica rivale Hellas, dal passato glorioso e dal presente speranzoso nelle zone alte della cadetteria. Il Bentegodi non è mai pieno quando scende in campo, ancor meno lo è il settore ospiti dedicato ai propri tifosi, quasi sempre deserto. Il Chievo Verona, più che un squadra ha rappresentato e rappresenta un modello calcistico di successo, dimostratosi in grado di portare la “squadra di quartiere” (Chievo è appunto un quartiere della città scaligera, ndr) addirittura su palcoscenici europei. Un’avventura definita dai media “la favola Chievo” interrotta nel maggio del 2007, a Bologna, quando il Catania ricacciò in serie B la squadra (che ne frattempo era ritornata nelle mani) di Del Neri: l’anno iniziato con la ribalta europea terminò nel peggiore dei modi per i gialloblu. Di contro, il Catania riscattò un campionato intero contro l’avversario che ne aveva segnato (trasferta al Bentegodi, 2-1) la discesa dalla zona Champions ai sobborghi retrocessione. La risalita dei clivendi in serie A, sotto la guida di Iachini, fu tuttavia immediata. A ben osservare la storia recente delle neo-retrocesse (ancora in attesa di resurrezione, ndr): altra testimonianza di compattezza e competenza societaria.
Catania – Chievo, la storia
Occhio perché, da quel piovoso giorno di Maggio, davvero poche sono state le soddisfazioni raccolte dai rossazzurri contro i gialloblu. Negli otto successivi confronti si conta solo un successo etneo, datato 2008 e firmato Paolucci: era il Catania di Zenga. Quindi tre successi dei veronesi, tutti per 2-1, due in casa (2007 e 2010), ed un persino al Massimino nell’Ottobre del 2009, quando il Catania di Atzori venne steso al 70′ dalla cannonata di Marcolini dalla distanza (allenatore, Di Carlo). Tre pareggi poi, con sempre lo stesso risultato (1-1): nel 2009 e nel 2010 a Verona, nel 2011 al Massimino, risultato quest’ultimo che determinò l’esonero dell’allora tecnico Marco Giampaolo. Occhi inoltre ad un altro dato: Al Massimino il Catania non ha mai segnato più di una rete al Chievo, e negli ultimi due precedenti è andato in goal sempre e solo su rigore: 2010 Mascara, 2011 Lopez.
Il Chievo oggi
Il Chievo di oggi, guidato nuovamente da Di Carlo (transfuga pentito dopo la stagione scorsa alla Sampdoria, conclusasi anzitempo con l’esonero proprio nella gara antecedente quella contro il Catania) è molto simile al Catania degli scorsi anni almeno alla casella rendimento esterno. Se due punti dividono rossazzurri e gialloblu, questo è sol perché i clivensi hanno raccolto appena un punto lontano dal Bentegodi in 4 trasferte giocate. Paritario il rendimento interno. Reduce dalla preziosa vittoria contro la Fiorentina, Di Carlo (che potrà contare sul rientro dello squalificato Cesar) spera nell’iniezione di fiducia sufficiente ad invertire il rendimento esterno della sua squadra.
Cari i miei ex..
Colucci, che al Bentegodi stampò (a tempo scaduto) il goal d’un indimenticabile pareggio nella sua prima gara da ex rossazzurro, non ci sarà: adesso gioca altrove. Ci sarà, probabilmente non in campo, Gennaro Sardo. Il terzino destro che tutti i tifosi rossazzurri ricordano, ma che solo a pochi piace ricordare, è alle prese con un fastidio muscolare che lo terrà probabilmente se non alla larga dalla trasferta, dal campo di gioco sicuramente. Oltre al goal, decisivo, segnato in una gara più che bloccata contro il Livorno (1-0, al Massimino), di lui ci si ricorda per il carattere mite che solo una volta cedette alla frustrazione, quando a Massannunziata (a suo tempo campo d’allenamento degli etnei) scalciò il pallone in tribuna in segno di stizza verso i mugugni ed i fischi dei tifosi, che da allora lo amarono ancora meno (se possibile). Fatale, per il suo destino in rossazzurro, la prima gara della gestione Atzori, persa in casa contro la Sampdoria; prestazione minuscola la sua. Il mercato era ancora aperto ed il passaggio al Chievo, in cambio di Marchese, mise d’accordo tutti. Col Catania, Giovanni Marchese, aveva conquistato la promozione in serie A nel 2006 e di quel gruppo è attualmente l’unico superstite: tornato a Verona esordì in serie A ed assistette alla retrocessione dei clivensi proprio ad opera del Catania, per poi rivestire la casacca rossazzurra e non mollarla più, finora. Altro giocatore tenuto a battesimo in serie A dal Chievo è Nicola Legrottaglie, che ha fatto grande il Chievo e grazie al Chievo è approdato ad una “grande”, la Juventus: riuscita a soffiarlo alla Roma dopo mesi di corte spietata. Terzo ed ultimo ex, Alessandro Potenza, per lui solo una parentesi e 4 apparizioni con la maglia del Chievo, in prestito dall’Inter. Curiosità: nonostante i trascorsi gialloblu, i tre non sono mai stati compagni di squadra al Chievo.
Occhio a..
Sergio Pellissier, capitano del Chievo, è andato sempre a segno negli ultimi quattro confronti coi rossazzurri, 5 le reti siglate sugli otto precedenti. Davide Moscardelli ha segnato il suo primo goal in serie A lo scorso anno, contro il Catania, al Bentegodi, nella gara d’apertura del campionato. Con tre reti siglate è l’attuale miglior marcatore dei gialloblu. Stefano Sorrentino, anni fa ad un passo dall’accasarsi al Catania, che gli preferì Andujar, è il figlio di Roberto Sorrentino, storico ed indimenticabile portiere della promozione in A conquistata nel 1983. Alberto Paloschi: Ha segnato la sua prima rete tra i professionisti contro il Catania (Milan – Catania 1-2), e colpito gli etnei anche in Parma – Catania 2-1; quattro presenze contro i rossazzurri, tre reti. Adrian Ricchiuti: da sempre cercato dalla dirigenza clivense, lo scorso anno mise a segno, proprio contro il Chievo, l’unica rete della sua stagione.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]