Catania: Vincere a Parole, Perdere coi Fatti

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Cosa non va in trasferta? La testa dei giocatori, ferma chissà in quale altro “nonluogo” del globo. Un dato di fatto confermato da sei anni d’astenia esterna; un’eternità. Tre reti, umilianti, non per il valore della Fiorentina, ma per l’inconsistenza del Catania, mai determinato, mai cattivo, ma calatosi nei panni della squadra che vuol davvero portar a casa il risultato pieno.

Inibiti, dall’importanza dei tre punti in palio, quanto impauriti da una sconfitta temuta dal primo fino al venticinquesimo minuto, quando si materializza.

E’ questo l’animo di una squadra che deve salvarsi? Per assurdo è la Fiorentina a tirar fuori le unghie, graffiare sin da subito, attaccare senza respiro la difesa etnea, già perché il centrocampo non è mai un problema, patina opaca a maglie larghissime. Una sofferenza veder anche solo giocare gli uomini di Simeone, indisponenti, mai in partita. Eppure la vittoria del Cesena sulla Sampdoria non era un risultato da amministrare, a ben guardare la classifica prima, ed a guardarla adesso, che spaventa davvero.

Vien da chiedersi ; pur rilevando come, determinate qualità, o le sia ha in dote od altrimenti è possibile inventarsi, tantomeno uscirle fuori vincendo gare come quelle interne contro Genoa e Lecce. Rifugiarsi dietro la “giornata no” è scusa trita e ritrita, alla quale non può più credere nessuno, anche volendo. Serve l’outing dei responsabili, perché i responsabili ci sono, in mezzo al campo; in questi casi l’allenatore è l’ultimo della lista a poter spiegare cosa, realmente, accade, quando i rossazzurri scendo in un campo ostile.

Alla vigilia, il tecnico serbo della Fiorentina, dichiarava di voler rubare al Catania la “grinta”; ebbene pare proprio ci sia riuscito, ma non senza la complicità dei suoi ex ragazzi, che non sono nemmeno riusciti a tenere in buona guardia il protagonista annunciato non solo di questa, ma di tutte le sfide contro la Fiorentina: Adrian Mutu. Quattro passi indietro rispetto alle prestazioni di Cesena, Bologna e Napoli; probabilmente il peggior Catania visto finora, messo per la prima volta realmente “sotto” da una squadra.

Ci sarà poco da riflettere e tanto da dimostrare adesso. La classifica non è mai stata così corta e aperta a scenari impensabili. Domenica arriva al Massimino la Sampdoria, per una gara ormai definibile “scontro diretto”. Se non è l’ora delle contestazioni, esterne , è tempo di un esame di coscienza profondo di quegli elementi, esperti, sui quali la squadra dovrebbe poggiare, per rialzarsi, ed invece, puntualmente, ogni volta che gli tributa fiducia, sprofonda in basso.

Basta “giocare” con la salvezza, c’è bisogno di fatti, per raggiungerla; e per fare i fatti c’è bisogno di uomini, che quando scendono in campo sanno bene cosa vogliono, e di conseguenza, cosa fare per rendersi se non determinanti, utili, o almeno non controproducenti.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]