“La verità è che la Roma non ha voluto giocare la partita e questo non è sportivo. Tutto il resto è aria fritta”. Parole di un Massimo Cellino profondamente deluso, a suo dire, dal comportamente della società giallorossa, che ha preso e incartato lo 0-3 a tavolino. Adesso le speranze rossoblù sono rivolte al Tnas e al Consiglio di Stato, ma forse è meglio pensare al futuro.
“La mia rabbia non è tanto per lo 0-3 a tavolino, quanto per l’atteggiamento della Roma, una società sino a questa vicenda amica, con la quale abbiamo condiviso gioie, simpatia, persino sfottò. Adesso, invece, mi trovo di fronte a un club di cui non conosco né proprietà né presidente e che ha voluto vincere a tutti i costi, anche con i sotterfugi. E’ come simulare un fallo da rigore o segnare un gol con la mano e non ammetterlo. Il Cagliari è una società seria, che magari non avrà un club a Montecitorio o a Palazzo Madama ma che può vantare senso di sportività e correttezza e che, soprattutto, ha un presidente che si espone in prima persona e non si nasconde dietro istituti di credito o fondi di investimento”.
Il presidente del Cagliari prosegue poi con amarezza. “Oggi e’ morta una grande parte della mia anima sportiva. Con questa sentenza lo sport non c’entra nulla, e’ un film dell’orrore. Quel che e’ successo e’ brutto per lo sport – ha proseguito Cellino – e uno schiaffo troppo forte per me. Dovro’ ripensare il mio impegno nel club, dopo 21 anni in cui ho dato tutto”
”Da subito, oggi, ho avuto una brutta sensazione quando mi sono trovato negli uffici della Figc per l’udienza della Corte, ma anche un mese fa, quando ci fu una prima udienza sulla questione, avevo sentito un’atmosfera strana. Ero ospite di una casa dell’orrore, in cui davvero lo sport non c’entra’. Il presidente rossoblu’ non ha fatto sapere se la societa’ andra’ avanti con i ricorsi, parlando comunque di ”lotta impari”. ”Sono da oltre vent’anni del calcio, mi sono sempre speso in prima persona e con la mia faccia per il Cagliari e ora quello che e’ successo mi fa davvero riflettere – ha detto ancora -. Nello sport si deve perdere e vincere sul campo, ma ora non e’ piu’ vero. Io ho cercato di fare di tutto per dare uno stadio alla mia squadra e ai tifosi, ma e’ tutto uno schifo, e davvero potrei pensare di rivedere il mio impegno per il futuro”.
”Il mo unico difetto e’ non essere rappresentato da una banca, di non avere il peso politico che ha la Roma – ha affermato poi Cellino, a ”’Novanta minuti” su RaiSport – Non mi e’ piaciuto non essere ascoltato, ma dov’era il presidente della Roma?Se la Roma vuole i punti in questo modo, magari la prossima volta risparmiamo sul pullman e gliela diamo vinta. Il punto e’ semplice – ha concluso – noi volevamo giocare la partita e la Roma no. La Roma preferisce prendersi i tre punti a tavolino piuttosto che provare a giocare sul campo”.
[Fabio Frongia – Fonte: www.tuttocagliari.net]