“Voglio conoscere la vera ragione di tutto questo, i miei legali l’hanno definito ‘uno stupro’. Cassazione e Tar hanno stabilito che non ci sono stati abusi, dandomi ragione piena. Mercoledì è stato tolto anche l’obbligo di firma”. Massimo Cellino rompe il silenzio. Lo fa in una chiacchierata con Ivan Zazzaroni, giornalista sportivo che ha seguito da vicino la vicenda Is Arenas, schierandosi al fianco del presidente fin dal primo momento. “La forestale s’è presentata a casa mia alle sette del mattino. Ho le piante secche?, ho chiesto. E loro: deve venire con noi. Forza, tirate fuori le telecamere, dove sono le telecamere? Siete di Scherzi a parte – ha dichiarato Cellino nell’intervista, riportata da GQ -. L’inizio di un incubo dal quale non esco. Sto male, non sono più lo stesso. A Buoncammino mi hanno messo in una cella minuscola, giusto lo spazio per un letto, il vetro della finestra era rotto, la notte faceva freddo. Un detenuto mi ha regalato una giacca, un altro i pantaloni della tuta, alla fine ero coperto a strati con in testa una papalina. Mi hanno salvato il carattere e gli altri detenuti. Un ragazzo che sconta otto anni e mezzo perché non ha voluto fare il nome dello spacciatore che gli aveva consegnato la roba. Otto anni e mezzo, capisci? ‘Se parlo non posso più tornare a casa, ho paura per i miei genitori’, ripeteva. E poi un indiano che mi assisteva in tutto, credo l’abbiano trasferito come altri a Macomer. Mi sento in colpa per loro, solo per loro. Ringrazio le guardie carcerarie, si sono dimostrate sensibili… Mi ha tradito la Sardegna delle istituzioni. Ma adesso voglio il perché, la verità. Non si può finire in carcere per arroganza”.
[Redazione Tutto Cagliari – Fonte: www.tuttocagliari.net]
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