Prima di provare a cercare parole per analizzare l’avvio di stagione del centrocampo azzurro ce n’è una che sicuramente appare opportuna. Sfiga. Tanta per un reparto costruito in maniera oculata ma che ha sempre dovuto fare i conti con un’infermeria mai vuota. Opportuno fare un passo indietro a questa estate dove il reparto ha subito una vera e propria rivoluzione. Via Pazienza, Yedba e Blasi. Dentro Inler, Dzemaili e Donadel che andavano ad aggiungersi a Gargano. Sugli esterni confemato il trio Maggio, Dossena, Zuniga a contendersi 2 maglie.
A CIASCUNO IL SUO RUOLO – Nelle idee di Bigon e Mazzarri l’intento era chiaro: Donadel doveva essere il sostituto di Inler, e Gargano e Dzemaili si sarebbero alternati in ruolo maggiormente votato alla copertura ed al pressing. Un’idea frustrata sin da subito per l’infortunio che non ha permesso a Donadel di disputare neanche un minuto in gare ufficiale. Evidente che questa falla nelle rotazioni ha in qualche modo rallentato la crescita del reparto con gli altri tre, costretti spesso a fare gli straordinari. A complicare le cose lo stop di Gargano nel match con il Cagliari.
INLER, IL LEONE NON E’ ANCORA RE – Essere catapultato da una realtà tranquilla come quella di Udine ad un inferno di passione come Napoli non è mai semplice. Se ci arrivi come “messia”, come quel giocatore che da anni manca, quel tassello capace di rendere perfetto il puzzle la situazione diventa ancora più complicata. Lo svizzero partito fortissimo ha subito un calo fisiologico dettato dall’impatto con la nuova realtà e con una pressione mai provata in passato. Chiaro è che lo svizzero sia comunque l’uomo giusto per dare valide alternative alla manovra di Mazzarri e dettare i tempi nei momenti in cui si rischia di andare fuori controllo. Manca ancora quella leadership, quella capacità di guidare reparto e squadre nei momenti più complessi. Il leone deve ancora far sentire il suo ruggito insomma.
IL GARGANO FURIOSO, RITROVATO E INFORTUNATO… – Estate tormentata quella di Walter che molti davano con la valigia in mano. L’arrivo di Inler doveva essere per alcuni la sua rovina, lo svizzerro invece è stata la sua salvezza. Liberato dal ruolo di playmaker l’uruguayano è tornato a fare quello che sa fare meglio: una bomba ad orologeria a centrocampo, capace di recuperare palloni a raffica, pressare, asfisiare gli avversari. Capace insomma di riprodursi in campo manco i Gremlins con l’acqua, capace di avere ancora fiato quando gli avversari sono attaccati alla bombola. Una vera “disgrazia” sportiva il suo infortunio con il Cagliari. Tornerà dopo la sosta. Deo gratias.
DZEMAILI A SPRAZZI, ASPETTANDO DONADEL – Qualche buona prestazione, qualche altra molto meno (come quella dell’Allianz Arena) e la sensazione che ci sia ancora qualcosa che frena l’ex parmense. Ci si aspettava maggiore qualità, pare esserci tanta quantità e dinamismo. Sull’ex viola impossibile qualsiasi tipo di valutazione. Solo un augurio per un presto ritorno in campo.
MAGGIO AL TOP EUROPEO – Un Christian così non si era mai visto. Un calciatore consapevole, maturo, pronto. Il suo apporto è stato spesso determinante, capace di fare la differenza sia in Italia che in Champions League contro avversari come Manchester City e Bayern Monaco. Oramai basta la parola. Un punto fisso del Napoli e della nazionale. E ci mancherebbe. Dossena e Zuniga sono garanzia di rendimento con il colombiano che paradossalmente sembra più a suo agio sulla corsia sinistra. Manca qualche gol da parte loro.
SI PUO’ DARE DI PIU’ – Nonostante qualche buona prestazione complessiva del reparto la sensazione è che la mediana di Mazzarri sia destinata a crescere con il perfetto inserimento di Inler e Dzemaili ed il recupero di Donadel. Cambiare 3 elementi nella zona nevralgica necessita un fisiologico periodo di metabolizzazione. Con queste considerazioni e con un Maggio così si può e si deve essere ottimisti.
[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]