C’era una volta il Re del mercato… Napoli, già senza soldi? Medaglia d’oro a Marotta e il Milan resta in silenzio

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Mondo meraviglioso, quello del mercato. C’era una volta un re, lo si vedeva e lo si poteva toccare. Qualcuno arrivava a baciargli la mano. Ora osserva da lontano e dispensa consigli, che sempre gli vengono richiesti. Non c’è un sostituto. Ci sono però tanti personaggi, primi attori e comparse, che si agitano, cercano e trovano titoli. Parliamo di direttori sportivi, procuratori, giocatori. Non parliamo, invece, di Pierpaolo Marino, che per ora offre suggerimenti televisivi e interattivi. A proposito: ritrovata una magica foto di tanti anni fa del direttore con chitarra. La mettiamo sul mercato, anche quella. Detto tra noi: vale una fortuna, l’asta è aperta.

Vediamo un po’: a chi diamo la medaglia d’oro? A Marotta, diremmo. Che vive il sogno di ogni uomo di calcio: rifare da cima a fondo una grande squadra. Ci sono, al momento, anche i soldi: chi non vorrebbe stare al suo posto? Ha preso un amico come allenatore, un portiere, due esterni. Il fortunato Beppe è un giocatore di Fantacalcio. Avrà un problema, presto: quello di vendere senza regalare. Mica facile: sono tutti ad aspettare, con la mano tesa.

Altro gettonato: Amedeo Carboni, toscano simpaticissimo e, una volta, buon terzino. In Spagna ha imparato il nuovo mestiere e deve essere bravo se Benitez lo ha voluto con sé. Si scontrerà con un altro ex romanista, che sta facendo bene: Branca. Chi compra dei due? E chi vende? Si dividono i compiti e poi arriva Moratti e butta all’aria le carte? Il quesito è buono e caldo anche per il Milan: chi pensa e chi opera? Berlusconi ha altro per la testa, Galliani è un ottimo dirigente e non un tecnico, Braida sembra defilato, Leonardo, che è stato l’unico ultimamente a dare suggerimenti vincenti, è ritornato a casa e i nuovi Pato e Kakà li terrà per sé. Si dice che al Milan vogliano Fabiano. Ma chi del Milan?

Nell’incertezza, tutto tace: ecco, al Milan, protagonista è il silenzio. Come a Napoli, dove opera e disegna il figlio di Bigon. Taciturno il padre, taciturno il figlio, pare. Tanto che non succede niente e la sensazione è che, prima di acquistare, si voglia vendere (Napoli già senza soldi?). Come intende fare Moratti, irriconoscibile, tanto da lasciare spazio, nella commedia del mercato, addirittura ai giocatori: Maicon e Milito sono più intervistati di lui e non sta bene. Per non parlare di Hidalgo, il cui nome é già pura mitologia: ha in mano gli argentini, bisogna dunque starlo a sentire. Anzi, va inseguito. Da operatori e cronisti.

Nella Roma si fa tutto a fari spenti. E’ una questione economica e Pradè, nonostante l’accertata predisposizione a moltiplicare pani e pesci, è entrato in una posizione di stallo: aspettando le buste (altre protagoniste, diverse, comunque dalle bustarelle che si muovono altrove), si coccola i parametro zero Adriano e Simplicio. E’ agitatissimo il direttore sportivo della Lazio, Lotito. Parla con tutti, dialoga, è convinto di acquistare e i giocatori vanno da un’altra parte. Anche questo è mercato. Di bolle di sapone, però.

Aleggiano su Milano due inquietanti fantasmi: Mourinho e Mancini. Se ne stanno altrove, ma proprio da noi vorrebbero pescare. Il primo si fa bello e forte con i soldi del Real, il secondo con i cammelli dello sceicco. Troppo facile chiedere e ottenere i migliori. Prima lo faceva solo Capello, ora siamo agli imitatori.

A ben guardare, tra tutti, i migliori sono i giornalisti. Che, almeno, ci fanno sognare. E la vita non è sogno?

[Roberto Renga – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]