In novanta minuti, è trascorsa tutta una stagione. Dalla disperazione per il balletto di Cuadrado sotto la Mare, all’esultanza di rabbia mista a gioia di Parolo sotto lo spicchio colorato di bianconero, da una situazione tragica ad una classifica che sembra incredibilmente piena di spiragli. Dopo una vittoria così il Cesena deve salvarsi e soprattutto ha dato finalmente l’impressione di potere almeno provarci. I bianconeri tornano da Bologna dopo aver giocato, senza dubbio la miglior partita della loro stagione. I margini di miglioramento appaiono ancora enormi, ma almeno ora c’è una base dalla quale partire. C’è la voglia di vincere, di lottare, uniti per una causa: la salvezza, data per scontata ad Agosto, ma divenuta poi quasi un miraggio.
Se quando si perde la colpa spesso ricade ingiustamente solo sull’allenatore, adesso è il momento di rendere giustizia al lavoro di Daniele Arrigoni. L’uomo di Borello non sarà certo un fuoriclasse della panchina, ma ha dimostrato di avere la testa sulle spalle e le doti per tirar fuori il Cesena dal pantano. Non è arrivato con la presunzione di insegnare calcio, ma ha provato a trasmettere alla squadra pochi ed efficaci concetti: pressing, intensità e tanto gioco in verticale. Ha inoltre posizionato ognuno nel proprio ruolo, stando alla larga da cervellotici esperimenti o megalomani imitazioni. Poi ha lavorato sull’aspetto mentale, presentandosi fin da subito carico come una molla: si agita, sbraita, urla ai limiti dell’antidoping. La voglia che ci sta mettendo è encomiabile e la speranza è che la squadra la stia assorbendo tutta.
Se il suo lavoro pagherà lo scopriremo solo a Maggio, ma intanto le basi sembrano solide e la piazza sta lentamente traslocando tutta dalla sua parte. Anche dai giocatori è arrivata la reazione tanto attesa. Davanti al solito incorruttibile Antonioli, Von Bergen e Rodriguez sono apparsi rocciosi, Guana tatticamente sopraffino e Malonga concentrato come forse mai da due anni a questa parte. Menzione a parte merita Marco Parolo, tornato finalmente in campo dopo aver spedito sul terreno di gioco, per dieci partite consecutive, il suo gemello cattivo. Se Parolo gioca come sa, sfido chiunque a trovare un altro centrocampista del genere in una squadra che lotta per salvarsi, e non solo. Martinho, ancora indietro fisicamente ha mostrato di poter essere molto utile alla causa, componendo insieme a Cecca una coppia di esterni che può far volare.
Lauro e Comotto hanno più o meno retto l’urto di Ramirez e Konè anche se spesso si sono trovati in apnea. L’impressione è che non siano in un grande momento di forma, ma che con un po’ di gamba e di fiducia in più, possono alzare l’asticella delle loro prestazioni. Come esperienza e voglia di vincere poi, sono due che non si possono discutere. Il grande rimpianto di inizio stagione rimane sempre lui, il numero dieci e bomber (per ora incompiuto) Adrian Mutu. Ieri si è fatto notare per due punizioni, a dir la verità, piuttosto innocue, una rincorsa a Morleo dopo aver perso palla e tanti palloni gestiti non al meglio. Il suo problema più grande ora come ora sembra quello della condizione fisica, con una brillantezza che manca. Tutto questo aggiunto alla pretesa continua di ricevere sempre palla nei piedi, da fermo, rende la stella del Cesena, ben poco temibile per gli avversari. Di tempo per aspettarlo non ne è rimasto molto, ma è da lui che deve passare la salvezza, e appena se ne renderà davvero conto, il Manuzzi si potrà iniziare a divertire davvero.
Due settimane fa il Cesena non era una squadra da buttare, così come ora non sono diventati tutti fenomeni, ma il vento finalmente è cambiato. Adesso tocca ad Arrigoni spiegare al meglio le vele, perché la regata è appena iniziata e all’orizzonte ci sono ancora molte nuvole nere. Anzi speriamo bianconere.
[Francesco Zani – Fonte: www.tuttocesena.it]
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