Troppi complimenti e zero punti sono la ricetta migliore per scoppiare di bile, per massacrare il fegato. C’è una frase che ormai gli avversari, dopo aver vinto, ripetono puntualmente al Cesena: “Giocando così vi salverete sicuramente”. Una beffa nella beffa. In verità quando lasci i tre punti trovi popolazioni intere pronte ad applaudirti. Questo deve far meditare.
Certo, il Cesena di Ficcadenti ha una buona manovra ma regolarmente si smarrisce sotto porta: riavvolgiamo il nastro del campionato: quanti tiri tra i pali della porta i bianconeri hanno effettuato, da dentro l’area, nelle ultime partite? Quante volte hanno messo l’uomo davanti al portiere? Pochissime, forse meno, anzi per occasioni reali avute (quelle importanti, si intende) la media realizzazione è molto efficace.
Insomma ci si muove tanto e si fa muovere altrettanto la palla ma le chances da rete sono scarse: le otto reti segnate (peggior attacco della A in compagnia) ne sono la conferma. Aggiungi che prima o poi il gol subito ci scappa, o per disattenzione o per prodezza di un avversario (e molte squadre hanno campioni che riescono a coprire anche le lacune collettive) ed il misfatto è compiuto.
I bianconeri spesso vanno sulle fasce, non mancano i palloni in area ma non c’è mai nessuno a riceverli. Bogdani sta dando tanto, è stanco, un goleador puro non lo è mai stato in carriera: solo un paio le stagioni in doppia cifra e tempo fa. Ha già realizzato tre reti preziose, sarà utilissimo ma manca qualcuno (ovviamente non un Gilardino, non siamo così fuori dal mondo) che sappia farsi trovare là davanti nel posto giusto, che provi a capitalizzare una mole di gioco che altrimenti resta fine a se stessa e quindi praticamente inutile. Certo, dovranno crescere, in fase realizzativa, altri giocatori che arrivano da dietro, ma là davanti occorre chi con la stoccata finale ha una certa confidenza.
Ad esempio un giocatore che in B ha gonfiato la rete ma che la A non l’abbia mai vista e che si giochi tutto. Sarebbe una scommessa ma con presupposti reali per affrontarla: ossia un passato da gonfia-reti anche se in categorie inferiori. Pure numericamente servirebbe. Ora, infatti, se viene un raffreddore all’albanese le alternative sono nulle o giovanili considerato l’accantonamento (pensiamo e speriamo temporaneo; toccherà a Ficcadenti trovare e pigiare il pulsante giusto, con la piena collaborazione del francese ovviamente) di Malonga, un patrimonio bianconero non solo economico ma di potenzialità.
Il presidente Campedelli ha detto di recente che a gennaio vuole migliorare il Cesena. Ha ragione: un attaccante, un centrale difensivo autoritario (da affiancare a Von Bergen) e un centrocampista che rompa e rovesci l’azione sono indispensabili. Ma al mercato bisogna arrivarci vivi in classifica. Mancano infatti quattro partite vitali (Palermo, Bologna e Cagliari in casa, viaggio a Bari), considerando che quella di Milano con l’Inter è stata rinviata a gennaio. Ecco, se tra un mesetto e mezzo il Cesena sarà messo in classifica come adesso, tutto diventerà possibile. Il rischio è quello di perdere terreno ora: qui ci si gioca tanto, la speranza di poter sperare. Un gioco di parole che però fotografa nitidamente la situazione.
[Luca Serafini – Fonte: www.tuttocesena.it]