Avevamo detto che non ci aspettavamo lo stesso Barcellona visto all’andata e così è stato: i catalani ieri sera sono tornati ad essere la squadra di Guardiola. Manovra veloce, possesso palla esasperato, movimenti senza palla degli attaccanti ed un Leo Messi in splendida forma che realizza una doppietta e sconfigge anche il tabù-italiane che lo assillava da un po’ di tempo: prima di ieri sera non aveva mai segnato su azione ad una squadra italiana.
La mossa che permette al Barcellona di tornare grande è stata il ricollocamento di Iniesta in mediana: all’andata il giocatore fu schierato nel tridente offensivo da Roura commettendo a nostro avviso un errore. Un giocatore con le sue caratteristiche infatti deve stare nel vivo del gioco, toccare molti palloni ed ispirare la manovra più che occuparsi di finalizzare. A questa mossa Allegri non reagisce, mandando in campo un centrocampo statico: Ambrosini ha fatto molta fatica a rincorrere i portatori di palla avversari, e molto probabilmente la scelta di Muntari dal primo minuto sarebbe stata più adatta al tipo di incontro che avrebbe atteso i rossoneri, ma è comunque difficile dire se sarebbe bastato a contenere il Barcellona.
Quello che ora il Milan deve comunque fare è cercare di evitare che il contraccolpo psicologico di una sconfitta del genere si rifletta sul rendimento in campionato: la psicologia è infatti una componente molto importante del calcio e anche nella scorsa stagione dopo l’eliminazione subita ancora per mano del Barcellona il Milan infilò una serie di risultati negativi in Serie A che a conti fatti costarono lo scudetto alla squadra di Allegri. Bisogna mettersi in testa che all’andata il Milan ha certamente fatto la partita che doveva fare, ma ha anche fatto la partita che poteva fare in relazione ai propri mezzi: con questo vogliamo dire che non esiste ancora una squadra capace di imporre il proprio gioco al Barcellona, e fino a che i Catalani non verranno messi sotto sul piano del gioco e del possesso, vincere contro di loro dipenderà anche da una buona dose di fortuna e dallo stato di forma dei giocatori del Barcellona.
TUTTI GLI EPISODI CHE HANNO DECISO LA PARTITA:
– Il lampo di Messi che al quinto minuto di gioco incanala la partita a favore dei blaugrana ha poco a che fare con la tattica, dal momento che il piazzamento del Milan era corretto e il gol è dovuto ad un tiro imprevedibile dell’argentino, ma è stato determinante dal punto di vista psicologico: aver segnato dopo così poco tempo ha da una parte aumentato le speranze di rimonta dei catalani e dall’altro ha messo fin da subito il Milan in una situazione di difficoltà psicologica dal momento che il vantaggio accumulato all’andata si era molto ridotto fin da subito.
– Sull’1 a 0 per il Barcellona Niang ha avuto tra i piedi la palla per cambiare la storia di questo ottavo di finale: sarebbe sbagliato gettare la croce sul giovane che fino ad ora ha fatto benissimo in rossonero, ma l’errore di Niang probabilmente ha decretato l’eliminazione definitiva del Milan, ad ulteriore dimostrazione di come a questi livelli la psicologia giochi un ruolo fondamentale. Il ragazzo avrà tempo per rifarsi e non deve deprimersi, ma ha bisogno di trovare un po’ di cattiveria in più sottoporta: quei gol bisogna segnarli se si vuole diventare un giocatore importante.
– Il terzo gol del Barcellona è dovuto ad un grossolano errore di Constant, che nell’occasione dimostra di avere ancora molto da imparare sul ruolo di terzino: infatti il franco-guineano tenta, fallendolo, l’anticipo su Villa, spalancando così la porta al giocatore Spagnolo che con freddezza non perdona. A questi livelli è necessario evitare qualsiasi errore perchè da esso può dipendere l’esito di una qualificazione.
– Boateng ha giocato una partita molto negativa, ai limiti dell’irritante, dove si è rivisto il giocatore appannato di qualche mese fa: ha calibrato male anche i più facili appoggi, ha sempre compiuto la scelta di passaggio sbagliata, è stato insomma un elemento fortemente limitante per la manovra del Milan. A nostro avviso, essendo in serata-no, andava sostituito da Allegri.
– La colpa del 4 a 0 di Jordi Alba grava tutta, senza alcuna possibilità d’appello, sulle spalle di Robinho. Su quella punizione a pochi minuti dalla fine prima invita tutti i compagni a salire, ma poi invece di buttare la palla nel mucchio opta per un passaggio complicato a Muntari che era pressato e perde così il pallone: da lì si origina il contropiede su cui il Milan è totalmente sbilanciato, avendo portato i due centrali di difesa nell’area avversaria nel tentativo di saltare sul cross di Robinho che però non è mai arrivato. Un errore dilettantistico e non all’altezza della grande esperienza internazionale che dovrebbe essere in possesso del Brasiliano.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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