Champion’s League, Juventus-Real Madrid 2-2: carattere bianconero, qualificazione alla portata

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watch-uefa-champions-league-live-streamLa battaglia per la vendetta è finita in parità, la guerra per la qualificazione è ancora aperta: la Juventus pareggia contro il Real Madrid una partita di grande intensità e retrocede all’ultimo posto del girone, sorpassata dal Copenaghen vittorioso contro il Galatasaray. Tutto in gioco, però, questione di prospettive: posto che difficilmente i turchi vinceranno a Madrid, a “Madama” potrebbe bastare battere i danesi e non perdere ad Istanbul per passare.

Ad aprire un varco per gli Ottavi alla Juventus è stato tale Daniel Omoya Braaten, un norvegese di chiare origini africane, che con un colpo di tacco al 6′ ha steso gli ottomani di Mancini. Che non hanno reagito nel primo tempo (semmai, hanno rischiato il raddoppio; palo di Jorgensen) e, quando ci hanno provato nella ripresa, si sono fermati ad un legno di Felipe Melo ed ad un tiro di Drogba. Il resto è stato possesso palla danese e vano agonismo turco.

Ben più emozionante, la sfida in uno Stadium presentatosi con l’abito di gala, con coreografia da brividi e tutto il pubblico coinvolto (Vucinic, ripreso gioioso con una bandierina in mano, incluso). Con abito fosforescente arancione, invece, il Real Madrid, schierato con la fanteria più temuta: Benzema-Bale-Ronaldo. Per limitarne la portata, come previsto, Conte ha disposto la difesa a 4, preferendo Asamoah a Ogbonna, per resistere meglio alla velocità di “mister 100 milioni” e non far mancare una spinta laterale da sinistra.

Non a caso, infatti, la Juventus, subito sveglia ed aggressiva, ha martellato sempre lì, avanzando metro dopo metro, minuto dopo minuto. Se la sua retroguardia è parsa talvolta insicura, Casillas è stato fermo ed incredibile nei riflessi: prima ha respinto una deviazione involontaria di Pepe su cross esterno di Pogba, poi si è superato con un intervento di piede su colpo di testa di Marchisio. Il Real si è spaventato, Ronaldo è stato zittito dalla pioggia di fischi dello Stadium ad ogni suo tocco ed anche nell’unica occasione nei pressi dell’area bianconera non è riuscito ad impensierire Buffon (diagonale, da posizione impossibile, di poco a lato). Quando poi, al minimo contatto con la spalla di Barzagli, CR7 è piombato a terra senza ingannare l’arbitro Webb (altra pasta rispetto a Grafe), i fantasmi della gara di andata erano praticamente esorcizzati.

Mancava il gol, però. Gol che “Madama” meritava, gol che è arrivato al 41′, a perfetto contrappasso dell’andata, su calcio di rigore: l’ottimo Pogba è riuscito ad arrivare su un pallone lanciato in area un attimo prima di Varane, ritrovatosi a scalciare la gamba del francese. Dal dischetto, Vidal non ha lasciato scampo a Casillas. Euforia bianconera, esultanza da ultras di Conte, tentativo di pronta reazione madrilena (qualche cross in area e poco più).

Primo tempo di grande fattura, quello della Juventus, capace di insidiare la difesa avversaria e soprattutto di non concedere alcunché all’atomico attacco madrileno. Perché a gente come quella di Ancelotti basta un niente per tornare in vita. E l’esempio, amarissimo per lo Stadium, è giunto ad inizio ripresa (7′): Caceres ha compiuto un retropassaggio folle senza accorgersi di Ronaldo, che ha deviato il pallone verso Benzema ed ha indirizzato oltre Buffon il successivo servizio filtrante del francese. Tre tocchi e la partita è cambiata del tutto. La Juve è scomparsa dal campo, il Real ne ha approfittato e per poco non è passato in vantaggio: la traversa starà ancora tremando, centrata in pieno da Xabi Alonso (10′).

La reazione bianconera è durata un paio di minuti, il tempo di una buona circolazione della palla culminata con una doppia occasione per Marchisio, neutralizzata da Casillas e da un salvataggio di Pepe sulla linea. Poi, al primo rilancio, il Real ha punito: Ronaldo è stato dimenticato da confusionario Caceres ed ha servito Bale, che ha mandato Asamoah al bar con una finta e trafitto Buffon. Rimonta fulminea dei singoli. Ma la Juve non è morta. Caceres, proprio lui, quello parso in tilt nel quarto d’ora di rivalsa madrilena, ha dipinto un cross perfetto da destra per la testa di Llorente: pareggio e “vamos” sbattuto in faccia agli spagnoli.

Più che l’equilibrio, è starò ristabilito il piano in bilico. Perché, se “Madama” ha rifiatato provando a rallentare la manovra, il Real ha dato l’impressione di poter colpire in ogni momento: un dribbling di Ronaldo, un inserimento di Ramos, colpi di campioni. Quello più atteso della Juve, Tevez, si è fatto vivo a quel punto, ma solo con un tiro da fuori di pugni respinto da Casillas, prima di lasciare spazio a Quagliarella. Ed il napoletano, al primo rimpallo favorevole dopo un’azione travolgente di Asamoah, ha subito lasciato un segno con una girata dal limite dell’area poco angolata. Più tardi, ancora Quagliarella, ancora da fuori, ancora centrale.
Morale: Real con più artisti, Juve con più carattere. Il divario c’è, ma ieri non si è visto.

TABELLINO:

Juventus (4-3-3): Buffon; Caceres, Barzagli, Bonucci, Asamoah; Vidal, Pirlo, Pogba; Marchisio, Llorente (88′ Giovinco), Tevez (81′ Quagliarella). A disposizione: Storari, Ogbonna, De Ceglie, Padoin, Isla. Allenatore: Antonio Conte.

Real Madrid (4-3-3): Casillas; Sergio Ramos, Varane, Pepe, Marcelo; Khedira, Xabi Alonso (71′ Illrramendi), Modric; Bale (75′ Di Maria), Benzema (81′ Rodriguez), C. Ronaldo. A disposizione: Diego López, Carvajal, Arbeloa, Isco. Allenatore: Carlo Ancelotti.

Arbitro: Webb (Ing)

Reti: 41′ Vidal, 65′ Llorente (J), 52′ Cristiano Ronaldo, 60′ Bale (R)

Ammoniti: Modric, Varane (R), Bonucci (J)

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]