«Il pubblico può aiutare, certo, ma fino ad un certo punto – ha sottolineato il portierone – Spetterà a noi non far entusiasmare i tifosi scozzesi. Sappiamo cosa ci aspetta e siamo pronti».
Come la Juve, per ammissione dello stesso capitano, non lo è stata talvolta per mancanza di “testa”: «A noi, di recente, è capitato di staccare la spina e poi di faticare a riattaccarla. Ci è costato in passato anche una coppa, in una finale (quella di Champions, col Milan, nel 2003) giocata due settimane dopo aver vinto lo scudetto. Ora, non so come reagiranno gli scozzesi alla mancanza di adrenalina della domenica, dovuta alla modesta competizione che affrontano e che li vede rilassati al comando».
Considerare l’avversario, però, non significa temerlo. «Opporremo al Celtic le nostre solite qualità: su tutte l’organizzazione di gioco. Non ci snatureremo, non ci difenderemo: siamo qui per attaccare».
Lo farà, la Juve, sicuramente con Vucinic, ripresosi al meglio dopo la paura di sabato per il colpo al ginocchio destro. Chi, al suo fianco? Le scelte passate di Conte farebbero pensare a Giovinco, tenuto al riposo per buona parte della sfida con la Fiorentina; la logica del presente indurrebbe a confermare Matri, in grande spolvero.
Questo, il grande dubbio. Per il resto, la solita Juve ancora senza Asamoah («Sarebbe da pazzi chiedergli qualcosa dopo un mese e mezzo lontano, in Coppa d’Africa») e quasi sicuramente con il debuttante europeo Peluso al suo posto.
Al fianco dei ragazzi, invece, 3mila tifosi attesi dall’Italia. Sarà una bolgia, ma la Juve non sarà sola.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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