Champion’s League, Milan-Malaga: presentazione partita ed analisi tattica

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Anche se Massimiliano Allegri ha cercato di smorzare l’importanza della sfida di domani sera, sostenendo che il girone di Champions si deciderà all’ultima giornata, il tecnico sa benissimo che quella contro il Malaga sarà una partita delicatissima sotto diversi punti di vista: una vittoria avrebbe una valenza particolare sia per la classifica del girone [permetterebbe ai rossoneri di tenere dietro lo Zenit qualsiasi fosse il risultato dei Russi contro l’Anderlecht] sia, e forse sopratutto, per l’aspetto psicologico; è importante che la striscia di risultati positivi non si interrompa e, sopratutto, battere un avversario di caratura internazionale come è questo Malaga targato Pellegrini contribuirebbe a quel processo di crescita psicologica e motivazionale di cui ha bisogno tutto l’ambiente rossonero.

Per questo Allegri in conferenza stampa è stato molto cauto a svelare il meno possibile della formazione che domani sera affronterà la squadra spagnola, proprio per non concedere alcun vantaggio agli avversari: nonostante questo, possiamo cautamente ipotizzare alcune scelte tattiche che compirà l’allenatore rossonero. La prima è quella relativa al modulo: il 4-2-3-1, formula vittoriosa in campionato contro il Chievo Verona, non dovrebbe essere abbandonato. Praticamente certi della presenza il giovane El Sharaawy, che sta vivendo un momento magico in rossonero, e Bojan, che dovrebbe giostrare dietro la prima punta, in una posizione che è stata completamente rivista dal punto di vista tattico, e che potrebbe essere una chiave importante per il futuro: infatti, fino a che in quella posizione veniva schierato un giocatore come Boateng, il gioco assumeva caratteristiche per forza differenti; l’azione offensiva non poteva essere creata per vie centrali [la prova la si è avuta osservando le prime partite di questo campionato, quando con Boateng titolare sulla trequarti il Milan non riusciva a creare soluzioni di gioco soddisfacenti], e mancando un centravanti di peso come Ibrahimovic venivano mortificate le abilità in inserimento del 10 rossonero, che così era un giocatore quasi dannoso per la strategia rossonera.

Portando invece Bojan in questo ruolo, come si è detto prima, sono state riviste completamente le consegne tattiche della posizione. Bojan ha caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quelle di Boateng: ama giocare palla a terra, ha ottime doti di fraseggio ed una buona visione di gioco, ma perde in forza fisica e dunque fase di primo pressing. Inevitabilmente quindi il ruolo viene interpretato in un senso un po’ più classico, in quanto viene richiesto allo spagnolo di offrire la sponda per i compagni, smistare il gioco e all’occorrenza partire da una posizione più arretrata per sfruttare le doti di progressione e controllo di palla del giovane spagnolo. In sostanza, è certamente una visione più offensiva del ruolo rispetto a quella offerta da un giocatore dal profilo di Boateng, ma rimane pur sempre una versione atipica dal momento che nemmeno Bojan ha le caratteristiche del trequartista puro.

Un altro giocatore che ci aspettiamo di vedere in campo domani sera è Kevin Constant, nel ruolo di terzino sinistro, posizione in cui ha fatto vedere spunti molto positivi nell’ultima di campionato. Il giocatore dopo un avvio incerto sta iniziando ad acquisire sicurezza e offre buone prestazioni: potrebbe rappresentare una buona soluzione per ovviare a quello che fino a questo momento è stato uno dei problemi più delicati di questa squadra, ovvero la fascia mancina; per questo Massimiliano Allegri dovrebbe riproporlo.

Di fronte però, i rossoneri si troveranno una squadra che verrà a Milano con una mentalità offensiva e che cercherà senza dubbio di vincere: non è nella mentalità spagnola quella di giocare per il pareggio e dunque ci aspettiamo che il Malaga non amministri il vantaggio in termini di punti che ha preso sulle dirette avversarie durante le tre partite di andata. D’altra parte, gli spagnoli danno il meglio di sè proprio nella fase offensiva, e in particolar modo hanno nel centrocampo il loro punto di forza principale: un reparto ben assortito in cui i compiti vengono ripartiti equamente ed ognuno ha consegne che si adattano perfettamente alle proprie caratteristiche; Iturra pressa, corre e recupera palloni, Portillo fa un gran movimento senza palla e cerca di offrire una soluzione di passaggio alternativa al portatore di palla, Joaquin sebbene non più provvisto delle doti atletiche di una volta è elemento prezioso sulla fascia e in generale in quanto fornisce esperienza a tutta la squadra, mentre Isco, vero e proprio talento di questa formazione, è un giocatore brevilineo, molto bravo tecnicamente e veloce nella gestione di palla che viene lasciato libero di muoversi come meglio crede sul fronte d’attacco, contribuendo così a dotare la manovra del Malaga di imprevedibilità.

LA CHIAVE TATTICA: Una buona orchestra con un’individualità importante contenderà domani sera la vittoria ai rossoneri: servirà una partita attenta e l’atteggiamento psicologico visto nel secondo tempo contro il Chievo Verona per avere la meglio sul Malaga, che fino a questo momento non ha ancora subito gol in Champions League. La squadra di Pellegrini va pressata, perchè non dispone di un vero e proprio regista basso e potrebbe così perdere palloni importanti in mezzo al campo. Di sicuro, il Milan dovrà evitare di concedere campo agli avversari, come è accaduto nel secondo tempo della partita di andata: se li si lascia arrivare sulla trequarti indisturbati, Isco può davvero far male.

IL GIOCATORE CHE SCHIEREREI: Pato ha bisogno di minutaggio; l’unico modo per recuperare il brasiliano, che a me francamente sembra molto frenato dalla paura di subire un nuovo infortunio, è quello di farlo giocare. Solo così il Milan potrebbe ritrovare il terminale offensivo di cui ha bisogno la squadra di Allegri per compiere un altro salto qualitativo. Da verificare anche le condizioni di Robinho: se fosse recuperato, uno scampolo di partita glielo concederei senza dubbio.

IL GIOCATORE DA EVITARE: Più che un singolo giocatore, spero di non vedere l’ennesima rivoluzione tattica e di uomini; due o tre cambi possono essere accettabili, ma sopratutto la difesa ha bisogno di trovare un assetto stabile. Se l’allenatore crede nel 4-2-3-1 e in questo modo di giocare visto contro il Chievo, benchè io personalmente nutro dei dubbi sull’adattabilità della rosa milanista a questa strategia nonchè sull’equilibrio generale della squadra quando adotta questo modulo, deve riproporlo in modo stabile da qui in avanti. La cosa peggiore per la squadra sarebbe continuare con l’incertezza tattica vista fino a questo momento.

[Alessandro Alampi – onte: www.ilveromilanista.it]