Primo tempo. I padroni di casa partono più determinati e creano subito un paio di situazioni confuse in area rossonera, ma è un fuoco di paglia, i rossoneri si assestano e prendono in mano il pallino del gioco, o meglio, provano a farlo. Al 7′, su spiovente in area di Poli, va all’impatto al volo Destro, ma la palla, colpita di suola, è lenta e finisce comoda nelle braccia di Bizzarri, poi tanta confusione frutto di idee solo abbozzate ma mai realizzate, al 15′ punizione di Menez, deviata dalla barriera, Bonera ha l’opportunità di calciare due volte, ma, prima trova un difensore a respingere, poi Bizzarri ad abbrancare in presa. I rossoneri si muovono molto ma senza mai riuscire ad essere precisi ed efficaci, al 21′ si fa vedere Meggiorini che calcia da fuori, ma la palla si perde lontano dai pali. Si aprono varchi invitanti e, in ripartenza, le squadre si rendono pericolose, al 24′ è Destro a fuggire verso l’area, lo aspetta e lo ferma al limite Hetemaj, ben più pericoloso al 25′ è Pellissier che si presenta solo davanti a Lopez che salva in uscita bassa, respingendo la conclusione. Le squadre si allungano ulteriormente facilitando degli abbozzi di ripartenze, ma nulla di trascendentale perchè, sul più bello, manca sempre la giocata decisiva o illuminante, tanti gli errori, poche le idee chiare. Proprio al 44′, su un tiro verso la porta di Montolivo, si inserisce, con perfetta scelta di tempo,Destro che da due passi, di testa, alza però oltre la traversa. Davvero brutta e noiosa la prima frazione di gioco, con le squadre incapaci di renersi davvero pericolose.
Secondo tempo. Montolivo, per un problema fisico, resta negli spogliatoi, al suo posto entra Honda. E proprio il giapponese, al 2′ prende palla sulla fascia, si accentra ed esplode un gran tiro che si stampa contro la traversa. Salgono finalmente toni e ritmi, i rossoneri sono più manovrieri, con Honda terzo d’attacco, il Chievo però riparte con maggior convinzione, al 7′ Alex rischia l’autogol per una deviazione su un cross dal fondo di Pellissier. I capovolgimenti di fronte sono continui, l’ultimo passaggio non è però mai quello giusto. Al 12′ protesta il Milan per una leggera spinta di Mattiello su Destro che provava ad impattare un cross di Bonaventura. I rossoneri sono aggressivi e compatti e provano a stringere d’assedio la metacampo veneta. Al 19′ Schelotto si lancia verso l’area e scaglia un gran tiro che Lopez è costretto ad alzare oltre la trasversale, Inzaghi (?) sostituisce Destro, che pure stava muovendosi bene e con generosità, con Pazzini e, un 1′ dopo, Menez penetra in area e crossa al centro, Mattiello in scivolata salva tutto, al 21′ è De Jong ad immolarsi salvando su Meggiorini lanciato da solo verso Lopez. Al 23′ lascia il campo Pellissier, al suo posto Paloschi e l’ex rossonero, al primo pallone ricevuto in area, lo stoppa, si gira e calcia, Lopez è bravo a deviare in angolo. Al 33′ fuori De Jong e dentro Cerci. In ripartenza Antonelli permette a Menez di arrivare al tiro che un difensore devia in angolo. Al 37′ lascia il campo Birsa, sostituito da Radovanovic. erra vicino al palo di sinistra.Al 43′ Cerci prova la conclusione da posizione angolata, ma Bizzarri fa buona guardia e blocca a terra vicino al palo di sinistra.
Gli entusiasmi, si fa per dire, accesi dal successo contro il Cesena, hanno fatto presto a spegnersi, quello visto contro un Chievo concentrato, organizzato e nulla più, modesto tecnicamente e votato solo a difendere e ripartire, è stato il solito Milan, spuntato, imbelle, noioso, tatticamente in confusione, fisicamente tutt’altro che straripante. Sinceramente non sappiamo più cosa pensare di questa squadra che non riesce proprio ad ingranare, che non da segnali di crescita, ma, e questa è la cosa peggiore, che non trasmette assolutamente la voglia di gettare almeno il cuore oltre l’ostacolo, visto che con la tecnica e gli schemi (?) non ci riesce. Abbiamo a lungo difeso l’allenatore addossando alla società le cause principali delle difficoltà della squadra, ma, dopo 7 mesi, vedere il Milan giocare così, senza una precisa fisionomia, senza certezze, con punti interrogativi in ogni zona del campo, ci porta ad identificare anche nel tecnico uno, se non il principale, dei responsabili di questa caduta che pare non avere limiti. La luce alla fine del tunnel è sinceramente invisibile…
[Giuseppe Floriano Bonanno – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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