Nel giorno del 65° anniversario della Tragedia di Superga, dove perì il Grande Torino che sul campo aveva conquistato tante vittorie divenendo la squadra riconosciuta unanimemente in Italia e all’estero più forte, il Torino attuale vincendo con il Chievo ha mantenuto ben salda la sesta posizione in classifica e ha reso sempre più concreta la possibilità di accedere ai preliminari di Europa League. All’obiettivo mancano due gare con Parma e Fiorentina che dovranno concludersi con due vittorie.
La partita è iniziata con un minuto di silenzio e in ben poche occasioni era capitato che fosse rispettato in modo così assoluto, sulle maglie dei giocatori granata c’era in piccolo la scritta: “Solo il fato li vinse”, sulla fascia di capitan Glik oltre alla foto del Grande Torino compariva la dicitura “Chievo-Torino, 4 maggio 1949 – 4 maggio 2014, 65 anni” e a lato le parole di Indro Montanelli scritte per celebrare gli Invincibili: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”, mentre sugli spalti del Bentegodi oltre a una gigantografia che ritraeva Valentino Mazzola e compagni, esposta dai tifosi granata, c’era uno striscione che recitava: “Superga memoria di tutti e rispetto per i suoi tifosi”. I calcio dei valori ha saputo così prevalere su quello del business e su quello che dà vergognosi esempi, com’era accaduto ieri sera in occasione della finale di Coppa Italia. Piace pensare che il Grande Torino sessantacinque anni dopo riesca ancora a nobilitare uno sport che è lo specchio della Nazione.
Per quel che riguarda la partita ha prevalso all’inizio l’attenzione a non sbilanciarsi per evitare di essere colti in contropiede dall’avversario e alla lunga il Chievo ha palesato tutte le difficoltà che ne hanno pesantemente condizionato la stagione. Il Torino ha saputo amministrare la partita conquistando i tre punti in modo da tornare velocemente a casa per salire al colle di Superga e commemorare il Grande Torino portando in simbolico dono tre punti preziosissimi in chiave Europa League. La gara si è svolta su ritmi molto bassi, forse anche complice la giornata calda e soleggiata. I granata sono scesi in campo con l’intento di aspettare le mosse d’attacco dei clivensi per trovare gli spazi giusti in modo da ripartire e cercare la conclusione vincente. I padroni di casa, invece, prestavano la massima attenzione a chiudersi in difesa e quando si presentava loro l’occasione provavano ad impensierire la retrovia granata, però lo hanno fatto soprattutto con tiri dalla distanza senza inquadrare il più delle volte lo specchio della porta. L’unico pericolo per Padelli è stato al 4’ quando su punizione Radovanovic ha testato i suoi riflessi attenti a spedire la palla sopra la traversa. Anche il Torino non ha avuto grandi occasioni da gol, ma almeno ci è andato vicinissimo al 26’ con Kurtic che però ha sbagliato il controllo spedendo la palla altissima, nonostante fosse ben piazzato in mezzo all’area e all’88’ quando Meggiorini ha esaltato le doti di Agazzi che gli ha negato la gioia del primo gol stagionale. Per il resto la squadra di Ventura sia nel primo sia nel secondo tempo ha provato in più occasioni a segnare senza riuscirci, ma ha sfruttato al massimo al 54’ l’angolo calciato da Cerci e il colpo di tacco di Kurtic a prolungare la traiettoria che ha tratto in inganno Sardo che di testa ha spedito la palla nella sua rete, nel tentativo risultato vano e sciagurato di allontanare il pericolo.
Gli unici altri momenti che hanno riservato qualche scossa alla gara, per lunghi tratti ben poco interessante, sono stati al 32’ quando Darmian ha calciato una punizione da distanza considerevole spedendo la sfera in mezzo all’area e Agazzi in uscita è finito contro Sardo non riuscendo ad impossessarsi del pallone che nel frattempo Immobile spediva in rete, ma l’arbitro fischiando interrompeva l’azione e quindi non convalidava il ventiduesimo sigillo di Ciro. Passava poco più di un minuto e Dainelli in area intercettava con il braccio un cross di Cerci, ma il fallo non veniva rilevato e così, nonostante le proteste dei giocatori del Torino, l’arbitro Celi non concedeva il rigore. Al 65’ Pellissier, entrato da cinque minuti al posto di Bernardini, veniva ammonito per un fallo su Vives e subito dopo per proteste si beccava il secondo cartellino giallo e la conseguente espulsione, così doveva lasciare il campo e i compagni in inferiorità numerica.
Dopo l’autogol di Sardo e l’espulsione di Pellissier il Chievo ha accusato il colpo ed è sembrato incapace di reagire, mentre il Torino in tranquillità ha controllato l’andamento del match con un possesso palla a ritmo bassissimo prolungato, senza che l’avversario quasi provasse ad interromperlo. Con il Chievo in evidente difficoltà il Torino avrebbe potuto pressare maggiormente per chiudere definitivamente la partita, ma forse fra i granata è prevalsa la voglia di conservare le forze in vista della prossima partita con il Parma che sarà decisiva per la qualificazione ai preliminari di Europa League.
Anche se si sarebbe voluto vedere un Torino più arrembante soprattutto nel secondo tempo come dare torto alla squadra di Ventura che una volta passata in vantaggio ha preferito amministrare la gara? Visto che il Parma stava contemporaneamente vincendo con la Sampdoria (risultato finale due a zero per gli emiliani), ma rimaneva comunque in classifica alle spalle dei granata con un punto in meno e che la vittoria, pur risicata sul Chievo, garantiva il non doversi preoccupare di ciò che questa sera farà il Milan con l’Inter, perché se anche vincessero i rossoneri non scavalcherebbero né affiancherebbero il Torino e persino rispetto a Lazio e Verona, che scenderanno in campo domani sera, il Toro è forte del vantaggio dato dagli scontri diretti a lui favorevoli. Ben vengano quindi tre punti dopo una partita decisamente bruttina, l’Europa è più vicina e si può commemorare il Grande Torino a testa alta.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]