Alessandro Petacchi torna al successo alla Gran Boucle dopo 7 anni di ludibrio.
Come Ulisse prima che tornasse ad Itaca, così Petacchi prima che tornasse al successo alla Corsa Gialla. Ha dovuto attendere un’eternità, sette lunghi anni prima di tornare ad inscrivere il proprio nome nel tabellino delle tappe del Tour de France, nel corso dei quali aveva dovuto ingoiare tantissimi bocconi amari, vivere le più svariate peripezie degne di un poema Omerico, e far leva su una pazienza Giacobbiana…
Tutto iniziò nel 2004, con una caduta che lo escluderà dal novero già dalle prime battute. L’anno seguente il Nostro deciderà di sua spontanea volontà di non prendervi parte per preparare al meglio il Mondiale (dove comunque topperà). Nel 2006 sarà un infortunio rimediato ad inizio stagione a precludergli ogni gloria. Nel 2007 e 2008 non vi potrà prendere parte per l’assurdo caso di doping legato all’assunzione da parte del ciclista spezzino del Salbutamolo, usato per curare l’asma che da anni lo attanaglia.
L’anno scorso, invece, sarà la sua squadra, la LPR, a non essere invitata dagli organizzatori, e Petacchi ancora una volta resterà a guardare la Gran Boucle in TV, per quella che a tutti gli effetti appare una maledizione coinvolgente il più forte velocista di sempre (forse). Oggi Petacchi nella Rotterdam-Bruxelles di 223 km ha finalmente rotto l’incantesimo, ottenendo la 5^ vittoria gialla, in una volata atipica, priva di diversi corridori coinvolti in una lunga serie di cadute degne dei film fantozziani. Fra i “caduti” vi sono stati Freire e Cavendish.
Petacchi ha preceduto Mark Renshaw, Thor Hushovd e soprattutto Robbie McEwen, issandosi a quota 169 successi in carriera, 50 nei tre Grandi Giri (il 3° all time, dietro Cipollini 57 e Merckx 65). Il buio sembra alle spalle: Petacchi è tornato Ale-Jet a livello internazionale.