L’ex capitano del Genoa Claudio Onofri, intervistato in esclusiva da Pianetagenoa, promuove tutti. Gara a senso unico quella di ieri, decisa dal bolide di Rafinha al 9’ della ripresa. Tante le tematiche in ballo all’indomani di una stracittadina che regala nuovo slancio al Grifone, forte di una prestazione quasi perfetta e che, a soli otto punti dalla famigerata quota salvezza, può guardare al futuro con rinnovata serenità, lavorando per consolidare la rosa a disposizione di Davide Ballardini. I complimenti giungono puntuali anche per il tecnico ravennate, alla sua prima vittoria assoluta in un derby.
Claudio Onofri, la partita tra Samp e Genoa si è giocata, ma di fatto non c’è stata. Il Genoa ha dominato…
«Questa è sicuramente un’analisi perfetta: è stato un derby a senso unico, anche se la Samp ha avuto una reazione per circa dieci-quindici minuti. Ma sotto l’aspetto difensivo il Genoa ha controbattuto a tutte le iniziative dei blucerchiati, creando certi contropiedi nei quali ha sfiorato il raddoppio. Un raddoppio che sarebbe stato legittimo. La partita è finita 1-0, ma sarebbe potuta terminare con un punteggio un po’ più largo. Una sfida a senso unico per il Genoa, che ha giocato con determinazione, con dei colpi e delle movenze di squadra perfette, le quali hanno rilanciato la squadra come qualità di gioco».
Alla vigilia ha fatto riferimento alla mancanza di punti di riferimento in avanti, pregio e difetto al contempo. È andata bene anche sotto quel punto di vista?
«Può essere visto come un difetto la mancanza di punte centrali, ma il calcio non è una materia scientifica. Floro Flores e Palacio hanno messo in difficoltà la difesa blucerchiata, attaccando con destrezza tecnica e velocità. In alcune circostanze Floro Flores avrebbe potuto tirare subito, ma ha disputato una grande partita. La mancanza di punti di riferimento ha dato fastidio alla Sampdoria. Al di là dei due attaccanti, nella mia pagella personale i voti non scendono sotto il 6,5-7: Kucka, Kaladze e Dainelli, anche Rossi e Criscito stessi, sono stati straordinari. Difficile fare un graduatoria».
E poi c’è Rafinha, l’eroe di serata. Pensa che si sia sbloccato dopo questa rete?
«Credo che questo gol sbloccherà Rafinha. È stata la domanda che ho rivolto ieri sera a Ballardini, a Sky, e lui mi ha detto di aver piena fiducia in Rafinha, che lui dovrebbe avere più concentrazione in fase difensiva e in altre circostanze, ma che quello visto fin’ora non è stato il vero Rafinha. Questo è un giocatore che ha vinto una medaglia olimpica con il Brasile e nello Schalke 04, una delle tre squadre più forti della Germania, era uno dei protagonisti. Dopo Eduardo e Rafinha, ora ci si aspetta anche il recupero di Veloso, lo attendiamo come il protagonista che ha dimostrato di essere. Il Genoa è ora avviato al consolidamento della rosa, in attesa di Ze Eduardo e Birsa, che arriveranno il prossimo anno. Il futuro è roseo a mio avviso».
A proposito di recuperi, manca ancora Boselli…
«Boselli è in una situazione particolare, lui è in prestito e il Genoa deve valutarlo in questi mesi di campionato, oltretutto il tempo a disposizione della società si è ridotto per via del suo infortunio. Ci sarà comunque lo spazio necessario per valutarlo appieno. Nel momento in cui entrerà, dovrà dare segnali importanti per quello che rendere. È un giocatore da una decina di gol a campionato».
Ora arriva la Roma, una squadra in crisi, massacrata da pubblico e opinione pubblica. C’è il rischio che il Genoa si “rilassi” dopo il successo nel derby e possa cedere d’innanzi a una squadra rabbiosa?
«Penso che il Genoa debba capitalizzare il momento di entusiasmo e non mollare niente. Da qui alla fine i rossoblù hanno tante partite a disposizione per valorizzare la rosa, in più la campagna acquisti di gennaio ha rivalutato qualche errore commesso in estate. Tutti i giocatori avranno la possibilità di mettersi in mostra. Inoltre, con questa vittoria non ci si guarda più alle spalle, mentre prima bisognava stare attenti, ma ora i dieci punti sulla terz’ultima danno la necessaria tranquillità. L’importante è mantenere questo tipo di determinazione».
Tra questi giocatori ci saranno anche i giovani. Da grande conoscitore del calcio giovanile, lei chi pensa sia pronto per far parte della rosa?
«Difficile dirlo. Bisognerebbe vederli tutti i giorni. L’allenatore deve misurare il “gap” tra i titolari e quelli che si affacciano per le prime volte alla serie A, in un piazza così importante poi. Nell’ultima partita della Primavera contro la Juventus, ho visto Longo giocare molto bene. Boakye lo conosciamo bene, penso sia opportuno darlo in prestito per una stagione. Di Perin abbiamo già parlato a sufficienza, c’è chi dice che debba andare in prestito e chi parla di un percorso interno. Difficile trovare una soluzione vincente perché il ruolo del portiere è particolare: magari dandolo in prestito rischia di essere bruciato, mentre tenerlo tra le mura amiche potrebbe farlo crescere meglio. Poi ci sono anche Doninelli e Sturaro, senza dimenticare Polenta, classe ’92, e parliamo di un elemento che secondo me è già quasi pronto, anche se in una difesa a quattro con Kaladze, al centro, e Criscito, a destra, faticherebbe a trovare spazio. E ieri si è visto quanto siano importanti questi due giocatori».
A proposito, tornando a ieri sera, che voto dà a Davide Ballardini?
«Il voto che do a Ballardini è un 7 pieno, come a tutta la squadra. Quando hai dei giocatori che rendono, anche l’allenatore può essere un valore in più. È stata una partita preparata bene sotto il profilo tecnico e motivazionale. La squadra nel complesso sta facendo bene, a parte qualche “caduta” come a Bari. Di Ballardini non si può che parlare bene, non era assolutamente facile per lui mettere insieme i pezzi di questa squadra e assimilare i nuovi arrivi».
[Fabio Aronica – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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