Il filotto di gare “abbordabili” sulla carta per il Bari è ormai alle spalle, il bottino è magro, oltre le più fosche aspettative. Ogni squadra si impone un ruolino di marcia proporzionato alle sue ambizioni, alle sue prospettive. Quello del Bari imponeva di sfruttare al meglio gli scontri diretti con Cesena, Parma, Udinese (all’epoca una diretta concorrente), ed invece si è raccolto un punto e non ci si è scrollati l’ultimo piazzamento in classifica, peraltro in solitudine.
Archiviata la domenica con i romagnoli, passati in vantaggio con la rete del capitano pugliese doc (Colucci è originario di Cerignola), poi raggiunti da Francesco Caputo, che qualche anno fa militava nel Toritto, poi esplodeva nel Noicattaro prima di approdare al Bari, non resta che prepararsi ad un mese, quello che chiude un anno in agrodolce, che seriamente potrebbe riservare ulteriori amarezze, per il persistente stato di emergenza e per il tasso di difficoltà delle gare che attendono la formazione di Giampiero Ventura, ancora senza reparto offensivo (nessuna squadra della massima serie è costretta a schierare titolare un giovane quale Rana, o non dispone di cambi degni di questo nome come il Bari).
Sampdoria, Palermo, Roma, quindi il derby del 6 gennaio con il Lecce. Che potrebbe assumere connotati drammatici per le due pugliesi, ormai indiziate di un campionato in sofferenza. Fino a gennaio, un appuntamento ormai atteso come una liberazione, per contare i recuperati (Romero? Barreto?), per arruolare i nuovi, sui quali è già dibattito effervescente, soprattutto per verificare la classifica, quanto si sarà allungata o sarà rimasta compatta, almeno nella zona rossa. Delle variabili fondamentali, in vista del vero campionato del Bari, che parte proprio il 6 gennaio, con tutta probabilità con un discreto handicap da smaltire, in termini di punti di ritardo dal treno salvezza.
[David Giampetruzzi – Fonte: www.tuttobari.com]