Si giocava per la vetta. Una o nessuno perchè lì davanti si è piazzata l’Udinese. La Juve con cinismo ed esperienza si prende i tre punti e la vetta in attesa della partita di Napoli. Di fronte ad uno stadio pieno e ad un pubblico strepitoso la Lazio subisce la seconda sconfitta stagionale e frena la sua corsa verso il vertice. Senza Dias e senza Biava, i biancocelesti pagano una disattenzione difensiva e subiscono la beffa da Pepe come lo scorso anno. La Juve vola e la Lazio frena, ma la strada è lunga e prima o poi Reja potrà schierare la sua squadra al completo.
LA CHIAVE – Pirlo è un regista da oscar e con Marchisio e Vidal ai suoi fianchi forma un centrocampo di spessore. La Lazio è poco cinica e non sfrutta le occasioni create a differenza dei bianconeri.
LAZIO – Una sfida da brividi, come da tempo non se ne vivevano. La Lazio si gioca la vetta contro la Juventus. I capitolini arrivano da nove risultati utili consecutivi in campionato, torna Klose e l’Olimpico presenta un colpo d’occhio fantastico: 60.000 spettatori e bandiere a migliaia a trasformare l’impianto romano in un immensa distesa biancoceleste. Reja scegli il 4-3-1-2 e davanti a Marchetti conferma la coppia centrale schierata a Napoli. Radu e Konko sono gli esterni a coadiuvare Diakitè e Stankevicius. Ledesma è il vertice basso ai cui lati si muovono Brocchi e Lulic. Hernanes è il trequartista dietro a Klose e capitan Rocchi.
Ci si aspettava un avvio scoppiettante e le attese non vengono tradite. Dopo 30″ Stankevicius sbaglia al limite dell’area ma Matri non ne approfitta ed è recuperato da Diakitè. La Lazio, però, sul pezzo perchè Lulic spinge a sinistra e Klose ed Hernanes sono attivi per vie centrali. Dopo dieci minuti di ottima Lazio, la Juve prende campo a destra con Lichtsteiner e Pepe. Proprio sull’asse di destra nasce la prima occasione della partita con cross di Pepe e colpo di testa di Marchisio a lambire il palo. Passano pochi minuti e Marchetti deve fare un intervento dei suoi su punizione di Pirlo dai 25 metri. La risposta della Lazio non si fa attendere. Rocchi approfitta di un errore di Bonucci e solo un recupero miracoloso prima di Buffon e poi di Barzagli (con il braccio) salvano la Juventus. Per il direttore di gara è tutto regolare, ma il rigore per gli uomini di Reja era netto e il difensore bianconero andava espulso. Poi è il turno di Ledesma che dai 25 metri va vicino al palo destro della porta di Buffon. Hernanes è la luce della manovra biancoceleste, proprio il Profeta imbecca Rocchi che, però, si fa ipnotizzare da Buffon. Dalla ripartenza, nasce, però il vantaggio della Juve: Vucinic s’invola a destra, mette al centro dove Radu si perde Pepe che è freddo a trafiggere Marchetti. Nella ripresa c’è Gonzalez per Brocchi. L’ex milanista era claudicante per una botta subita da Chiellini.
L’ingresso del “tata” accende la manovra laziale. Klose è ispirato e da una combinazione tra il tedesco e l’uruguaiano nasce un’occasione per Hernanes ma il suo tiro è stoppato da Lichtsteiner. Quello biancoceleste è uno spartito che funziona a meraviglia, Klose è un fenomeno e ispira Hernanes il cui destro si stampa sul palo. E’ Klose l’anima della Lazio, tira e sforna assist. La Lazio gioca bene e crea e quindi Reja prova con Cisse al posto di Rocchi. A metà tempo i biancocelesti prendono fiato e allora Sculli subentra a Lulic. La Lazio fa fatica a rendersi pericolosa dopo la mezz’ora. Anzi è la Juve a farsi viva con Giaccherini (miracolo di Marchetti) e Matri. I biancocelesti mancano di lucidità e Cisse non dà l’apporto che Reja si aspettava. Frena la Lazio e dice addio alla vetta e subisce la sconfitta numero due della stagione. Una sconfitta che non ridimensiona la Lazio ma non è il miglior viatico in vista di Vaslui.
JUVENTUS – La “Vecchia Signora” torna a respirare aria di alta classifica dopo stagioni di anonimato. Contro la Lazio è sfida per la vetta, in attesa del recupero di Napoli in programma martedì. Conte recupera Pirlo e ai suoi lati piazza Marchisio e Vidal. In attacco c’è Matri con Vucinic e Pepe. Aggressività e ritmi indiavolati è questo lo spirito che ha infuso Conte ai suoi. L’avvio è di marca bianconera, Pirlo è un regista sopraffino e dai suoi piedi passano tutte le azione della Juve. Sulla destra Pepe e Lichtsteiner sono incontenibili e da quest’asse nasce l’occasione per Marchisio che di testa, però, non trova la porta. La Lazio ribatte colpo su colpe e Rocchi prova a far male ma Bonucci salva quasi sulla linea. Conte chiede ai suoi pressing alto e ripartenze, ma è Pirlo su punizione a mettere i brividi a Marchetti. Dall’altra parte è reattivo Buffon su Rocchi, ma il capovolgimento di fronte porta la Juve in vantaggio.
Vucinic se ne va sulla destra e mette al centro per Pepe che beffa prima Radu e poi Marchetti. la Juve è viva, spinge e tiene botta quando è la Lazio a farsi avanti. La ripresa vede una Juve rintanata in difesa, Conte si sbraccia ma è la Lazio a sfiorare il pareggio due volte con Hernanes e se prima è Lichtsteiner a salvare Buffon, poi è il palo a strozzare in gola la gioia al laziale. Conte, allora, corre ai ripari e inserisce Giaccherini per Vucinic. Proprio l’ex giocatore del Cesena sfiora il raddoppio ma Marchetti è prodigioso. La Juve amministra e blocca la Lazio e porta a casa una vittoria dal peso specifico incredibile. Vola in tesa la “Vecchia Signora”, vola verso Napoli con il morale a mille e la conspevolezza di giocarsela fino alla fine.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]