Comi: “L’obiettivo è costruire un grande Torino”

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“Dall’altro ieri mi sta cambiando la mia vita – ha detto emozionato, ma determinato il nuovo direttore generale del Torino Antonio Comi -. Per me, che da venticinque-ventisei anni vivo di  Toro, questa è un’opportunità grandissima. So che responsabilità mi aspetta e per questo con orgoglio e motivazione sono spinto a far bene”.

A chi gli chiedeva a quale dirigente del passato potrebbe ispirarsi senza dubbi ha risposto: “ Nel 1975-76 quando ho iniziato c’era il dottor Bonetto e poi c’è stato Moggi, due dirigenti molto importanti per il Toro”. “Devo ringraziare il presidente Cairo – ha proseguito Comi – che mi dà questa opportunità. E’ un sogno che si sta avverando. Avendo a fianco un presidente con queste motivazioni e questa carica sono ancora più invogliato a fare bene. Con Cairo lavoriamo insieme da sei anni e lui conosce le mie idee. Per chi come me ha vissuto il Torino e la sua casa il Filadelfia l’obiettivo finale e quello di costruire un grande Torino. Per riuscirci sono tappe fondamentali la ricostruzione del Filadelfia, allestire una sede e ricreare una rete di osservatori. Per fare tutto ciò devo essere capace a trovare le persone giuste e che siano molto motivate”.

Un aneddoto curioso lo rivela Cairo: “Avevo pensato di affidare il ruolo di direttore generale a Comi a marzo del 2006, ma era un momentaccio e all’interno della società c’erano resistenze a questa mia intenzione e così preferii evitare situazioni disarmoniche in azienda. Ma ci tengo a sottolineare che in tutte le occasioni che ho chiesto a Comi di intervenire, seppur non avesse il titolo di direttore generale, lui con generosità si è sempre impegnato al massimo. Nel 2006 quando organizzavamo le celebrazioni per il Centenario le riunioni si protraevano fino a notte fonda e verso l’una e trenta Antonio era visibilmente stanco e quando glielo facevamo notare lui andava in bagno si risciacquava la faccia e poi tornava pronto a lavorare fino all’alba”.

“Per fare bene il mio lavoro – ha confidato a fine conferenza stampa Comi parlando della rete di osservatori e di società affiliate– devo essere figlio dei nostri tempi e allestire una vasta rete di osservatori e scauting che segnalino i potenziali talenti e poi avere pochi collaboratori di assoluta esperienza e indubbie capacità che sappiano scremare e andare a visionare chi ha reale talento”. “Dovrò lavorare molto, ma questo non mi spaventa; se questa carica mi fosse stata affidata nel 2006, non avrei avuto abbastanza esperienza ora non mi manca e la posso mettere a frutto nel migliore dei modi”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]