Torino-Bari non è soltanto una delle partite di questo campionato, ma rappresenta almeno per mister Ventura una gara particolare. Proprio con la squadra pugliese l’attuale allenatore del Torino nel recente passato, stagione 2009-2010, si è tolto la soddisfazione di coniugare bel calcio con risultati positivi, arrivando decimo in serie A e conquistando cinquanta punti che hanno rappresentato il record per questo club. L’anno successivo però la società vendette molti giocatori, senza comprare adeguati sostituti e in più alcuni calciatori si infortunarono e il tecnico non poté confermare il buon andamento della stagione precedente, così il 10 febbraio 2011 Ventura si dimise. Indubbiamente per il mister il secondo anno a Bari rappresentò una grande delusione. Ecco perché la partita di domenica sera rappresenta un momento particolare per l’allenatore del Torino.
Da quando è al Torino – 6 giugno 2011 giorno dell’ufficializzazione dell’inizio del suo ruolo di allenatore dei granata – a Ventura unanimemente si riconosce di aver ridato, giorno dopo giorno, ai tifosi l’orgoglio di essere del Toro e ai giocatori l’essere diventati una squadra e tutto in pochissimi mesi. Per capire chi è Ventura basta citare due frasi da lui pronunciate due sere fa alla festa del Toro club Montà. “Tempo fa – ha raccontato Ventura di aver detto al presidente Cairo – sono andato a vedere Juventus-Milan. Quello stadio fa impressione, bisogna ammetterlo. Presidente, io in quello stadio ci voglio tornare, ma non come spettatore bensì per giocarmela davvero. E per giocarmela davvero intendo giocare per vincere”. L’altra frase invece è un invito ai tifosi: “Vi aspetto domenica sera allo stadio e spero che siate sempre più numerosi. Fatemi solo un favore: applaudite con forza i giocatori non appena sbucano dagli spogliatoi. Non mi stanco di ripeterlo il merito dei risultati fin qui ottenuti è loro”.
Se è vera, come è vera, la gratitudine nei confronti di Ventura allora domenica sera i tifosi devono riempire l’Olimpico e sostenere, come fanno sempre, ma se possibile questa volta un po’ di più, la squadra e i giocatori in campo devono dare qualche cosa in più del cento per cento e omaggiare il loro mister con una partita dove la palla frulla e al triplice fischio è vittoria. Solo così tutti insieme e uniti concretamente si ringrazierebbe l’allenatore per quello che finora ha fatto. Sicuramente un tale ringraziamento gli regalerebbe uno stimolo ancora maggiore per aumentare la libidine di allenare e questo indubbiamente andrebbe a tutto vantaggio del Toro.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]