Conte e Acerbi nel dopo partita amichevole
GENOVA – Antonio Conte è intervenuto in conferenza stampa al termine della gara amichevole vinta per 1-0 contro l’Albania. Questa la sua analisi:
“Noi proseguiamo, su sei partite ne abbiamo vinte cinque e pareggiata una. C’è chi può storcere la bocca o meno, ma noi continuiamo a lavorare con ragazzi che hanno voglia di giocare e si impegnano per restare nel circuito della Nazionale. Noi dobbiamo stare zitti e lavorare. Mi è piaciuta molto la partita abbiamo giocato contro una squadra che ha schierato i titolari e che ha pareggiato con la Francia. Armiamoci, giovani e vecchi, non ci aiuta nessuno e dobbiamo fare da soli. Stiamo lavorando su tutti, dovete avere pazienza e fare lavorare le persone. Dovete avere pazienza. Cercheremo di lavorare, fare qualche riunione un po’ per capire com’è la situazione in generale. Ho bisogno di lavorare con questi ragazzi, stare quattro mesi senza di loro è un problema. Se poi la Nazionale viene dopo tutto, allora mettiamoci la mano sulla coscienza”.
Al di là delle critiche la serata di ieri si ricorderà per la vittoria dell’Azzurro, Francesco Acerbi, il giocatore che ha sconfitto un brutto male e ha vestito con orgoglio la maglia azzurra. Queste le sue impressioni e i suoi ringraziamenti per Conte:
“É stato bravo Okaka a far gol, anche con un po’ di fortuna. Abbiamo fatto una buona partita, vittoria meritata, e ora si ritorna nel club. Emozionato? É normale, sono felice e orgoglioso di quanto ho fatto negli ultimi mesi, ma ho degli obiettivi, e quando li raggiungerò sarò emozionato e soddisfatto. Quali obiettivi? Me li tengo per me.
Conte trasmette molta energia, è come se giocasse con noi. Sapevamo cosa fare, ma lui era come un dodicesimo uomo in campo, era come se giocasse. Se vuoi raggiungere gli obiettivi, devi faticare e sudare, devi avere voglia dentro di te. Prendo il Sassuolo, ci sono tanti giovani bravi che hanno un grosso prospetto davanti, di grandi club, ma devono essere bravi a non montarsi la testa. Basta un attimo a tornare giù, bisogna sempre umili e lavorare. I giovani devono anche picchiare la testa, imparano da soli, c’è’ chi matura a 20 anni, chi a 30, devono capirlo da soli e ci sta che possono sbagliare”.