Il Conte furioso, il Conte guerriero, il Conte afono. D’ora in poi, il Conte d’oro. La vittoria dello Scudetto al primo colpo alla guida di una Juve presa dopo le stagioni più tristi della sua gloriosa storia, l’approdo alla finale di Coppa Italia e soprattutto il riconoscimento del suo notevole incidere nelle prestazioni dei suoi giocatori, infatti, hanno fatto sì che al tecnico leccese sia stata assegnata la Panchina d’oro 2011/2012. Conferma, questa, se mai ce ne fosse bisogno, che il vero “top” bianconero è proprio lui.
«Questo è un premio ambitissimo per chi fa la nostra professione – ha dichiarato Conte, dopo una foto di rappacificazione con Zeman, vincitore del trofeo per la promozione con il Pescara- Sono molto contento anche di aver ricevuto il Premio AIC, che mi è stato assegnato a fronte delle votazioni dei calciatori di Serie A. Ringrazio chi mi ha votato e chi no: questo riconoscimento è un motivo di orgoglio, gioia e soddisfazione, che mi spinge a continuare a lavorare per migliorarmi».
Senza di lui, assente quando Buffon e compagni si sono presentati alle 7:30 a Vinovo incrociandosi con i ragazzi con zaino in spalla pronti a entrare nel liceo istituito dal club, il gruppo bianconero si è sottoposto alle verifiche gestite dal professor Sassi in collaborazione con il centro Mapei. Nel pomeriggio, poi, l’arrivo dell’allenatore ed il confronto post-Roma («Io preferisco non parlare mai a caldo dopo la partita, soprattutto quando le cose non vanno benissimo. Quindi ci confronteremo adesso, così come facciamo sempre, anche quando vinciamo. Valuteremo i pro e i contro della partita giocata, sapendo che possiamo fare meglio») con il primo sguardo verso il Siena, ieri spiato proprio dall’ex sua guida («Avete dato tutto, vero?», avrebbe scherzato il tecnico leccese con il presidente Mezzaroma, entusiasta per il successo dei suoi nel posticipo con la Lazio).
Mattinata a coccolarsi il trofeo ritirato ieri a Coverciano, quindi, per Conte, che non è stato il solo a ricevere un riconoscimento ieri. Ne ha ricevuto un altro, infatti, l’ennesimo della sua carriera, Andrea Pirlo, preferito a Xabi Alonso e Jaja Touré nella corsa al “Bulgarelli number 8″, assegnato alla miglior mezzala dell’anno dall’Aic e dall’associazione che porta il nome della storica bandiera rossoblu.
«Sono contento e molto fiero di ricevere questo premio che divido con tutti i miei compagni, perché è anche merito loro se oggi sono qui – ha detto il regista bianconero – La Juve è sulla buona strada per diventare una grande squadra. Il nostro obiettivo principale è vincere in Italia, confermarci in campionato. La Champions, invece, è un sogno che va vissuto partita dopo partita».
E con il miglior centrocampista ed un allenatore d’oro si può sognare in grande.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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