Moderazione, rispetto per gli avversari, desiderio di continuare a vincere. Come previsto, Antonio Conte si è confermato condottiero umile e grintoso nel presentare la sfida con la Roma. Niente eccessi di orgoglio, giusto una concessione al merito dei suoi ragazzi scesi in campo a Glasgow, tanta voglia di frenare gli entusiasmi.
«Sono arrivati gli elogi, giusti, per la vittoria di martedì – ha detto il tecnico leccese in merito alla pioggia di congratulazioni scesa sulla testa di Buffon e compagni dopo il trionfo nel catino del Celtic – È stata un’impresa, ma è ancora a metà in attesa del ritorno. Non ci siamo fatti travolgere a Glasgow in un ambiente speciale, facendo qualcosa che in situazioni analoghe non è riuscito ad altre Juventus».
Eccola, l’unica voce fuori dal coro, l’ardito complimento ai bianconeri di oggi – a dire di Conte – più «tosti» di quelli delle “sue” Juventus. Onore a Pirlo e soci, dunque. Onore anche a lui, l’allenatore che ha riportato il club torinese al successo in Italia ed al rispetto internazionale. «La percezione sta cambiando, perché stiamo facendo delle cose molto positive. I passi straordinari che abbiamo compiuto in questo anno mezzo sono il frutto del nostro duro lavoro. Ho seguito Real-United e Shakthar-Borussia: che bello vedere queste partite con gli occhi di un allenatore che partecipa alla Champions. Siamo orgogliosi, ma vogliamo essere anche protagonisti, entrare nell’elite internazionale».
«La posizione in classifica conta relativamente nella gara singola, in cui la squadra giallorossa può far emergere l’enorme valore del suo organico. Affrontiamo un’avversaria con grandissimi valori tecnici e per noi non è mai semplice all’Olimpico. Qualcuno potrà dire che la Roma sta faticando, ma ha tanti grandi giocatori, a cominciare da Totti e De Rossi, da seguire con tantissima attenzione. Perché, d’ora in poi, gli errori si pagano a caro prezzo e perché per i giallorossi, inoltre, quella con noi può essere la partita giusta per ripartire: diamo grandi stimoli, di solito».
Di stimoli ne avrà sicuramente Asamoah, alla prima da dicembre: il centrocampista ghanese, di rientro dalla Coppa d’Africa, riprenderà il suo posto sulla corsia sinistra di un centrocampo dove Pogba surrogherà Marchisio, fermato da un turno di squalifica. Ne ha scontati due, invece, Bonucci, che sarà affiancato da Barzagli e da Caceres, davanti Buffon. Davanti a tutti, poi, impossibile non confermare la coppia Matri-Vucinic, in gol nelle ultime due fare consecutive. Impossibile per Conte anche sottrarsi a pensieri sul contemporaneo: sulla drammatica scomparsa di Imbriani («Sono molto triste perché mi legava a lui una forte amicizia»), sul tremendo infortunio corso a Milito («Gli rivolgo i miei migliori auguri: si riprenderà più forte di prima»), sulla pesante sconfitta del Napoli in Europa League («Spiace perché l’Italia sta tentando di risalire nel ranking UEFA). Dulcis in fundo, un pensiero anche per Zeman: «Il destino degli allenatori è legato ai risultati: auguri per il suo futuro»).
È proprio vero che ci si scorsa di rancori ed asti, quando si è felici e soddisfatti.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]