IL FARO E I TITANI – Pronti, via e si capisce subito che a San Siro è tutta un’altra storia. Non è né l’Inter né la Juve che domenica sono scese in campo a Torino. Lì i bianconeri erano riusciti ad avere la meglio nel secondo tempo grazie all’errore di D’Ambrosio che ha spianato la strada verso i 3 punti. A Milano il dominio dei nerazzurri è totale sin dall’inizio. Cambiano gli undici, i moduli ma soprattutto gli atteggiamenti. Mancini ritrova Brozovic, il faro della mediana affiancato da due titani, Medel e Kondogbia. La crescita esponenziale del francese, sfortunato nell’uscire all’intervallo per un colpo subito alla testa, è sotto gli occhi di tutti, mentre il cileno ringhia e capta ogni pallone gli passi davanti. La supremazia dell’Inter comincia da qui. La squadra schiaccia gli avversari nella loro metà campo grazie al lavoro instancabile dei tre. Davanti ci pensano Eder, Ljajic e Perisic a provocare più di un brivido alla difesa bianconera. Ma per andare in gol serve la carica irrefrenabile del Pitbull, che sradica la sfera all’ex Hernanes e serve Brozovic per la prima firma che sblocca il match. Una rete che diventerà la fotografia della sfida.
UN SUPERMAN IN CORSIA – Eder, Ljajic e Perisic, tutti e tre esclusi domenica allo Juventus Stadium. Stavolta tocca a loro e il copione si trasforma. La difesa bianconera che aveva avuto vita facile nell’ingabbiare Icardi soffre in continuazione le loro accelerate. Ljajic svaria da una parte all’altra del campo senza dare punti di riferimento, Eder minaccia di poter essere letale da un momento all’altro. Ma il fenomeno di San Siro è Perisic che si scatena nel secondo tempo dopo il gol arrivato su assist dell’italo-brasiliano. Da lì il croato mette i panni di Superman. Sulla corsia di sinistra manda diverse volte al bar Cuadrado e Lichtsteiner, mentre Allegri per correre ai ripari inserisce in campo anche Barzagli, poi Pogba. Nel finale l’ex Wolfsburg si guadagna anche il rigore del 3-0 realizzato da Brozovic bevendosi Rugani, poi va vicinissimo al gol da cineteca accentrandosi sul destro con la palla che sorvola di pochissimo l’incrocio. Altra forza e velocità rispetto a chi lo marca. Dov’era stato? A dare spinta alle speranze dei nerazzurri anche l’entrata in campo di Biabiany, che prende il posto di Kondogbia al 45′. L’Inter corre verso la rimonta e l’ottiene.
RINASCITA – La squadra di Mancini cambia volto anche in difesa. D’Ambrosio dopo l’errore di domenica fa il centrale insieme a Juan Jesus, sulle fasce si rivedono Santon e Nagatomo. Davanti a loro ci sono Zaza e Morata al posto di Dybala e Mandzukic, ma l’esame è per tutti superato. Anche Carrizo, tornato titolare di coppa a sorpresa, si concede la gloria nel finale dei tempi supplementari con due interventi decisivi sullo spagnolo. Ma i rigori premiano la maggiore freddezza dei bianconeri. Sbaglia Palacio, uno dei più freschi dopo l’inizio in panchina, a conferma che dagli undici metri si segna più con la testa che con le energie. I nerazzurri escono in trionfo nonostante l’eliminazione. Serviva la prova d’orgoglio, è arrivato un 3-0 epico contro la prima della classe. All’orizzonte ancora undici sfide da non sbagliare in campionato, per tornare a rincorrere l’obiettivo europeo. Dopo una prestazione come questa è lecito tenere accesa la speranza. L’Inter che ritrova identità, forza, carattere e rinasce nell’abbraccio con il suo pubblico ha guadagnato più di una finale di Coppa Italia contro il Milan.
[Daniele Alfieri – Fonte: www.fcinternews.it]
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