L’obbligo di vincere per riscattarsi dopo la disfatta di Siena e onorare i 112 appena compiuti. Quella contro il Verona era per la Lazio una prova d’appello, fallirla avrebbe significato aprire ufficialmente la crisi. Davanti a 7000 spettatori, di cui 3000 ospiti, biancocelesti e gialloblù danno vita ad una partita scoppiettante e ricca di emozioni. Gli scaligeri reduci da 10 risultati utili confermano il momento positivo e regalano ai tifosi accorsi a Roma una notte comunque di soddisfazioni. La Lazio vince ma non convince, soprattutto in difesa e a centrocampo, i reparti che più sembrano in difficoltà dopo le prove opache (a dir poco) contro Chievo e Siena. Reja avrà di che lavorare ma almeno la vittoria regala un po’ di morale ad un ambiente che rischiava di cadere in pericoloso vortice di negatività. Domenica arriva l’Atalanta, i tifosi sperano di ricominciare a marciare anche in campionato.
LA CHIAVE – Una magia di Hernanes toglie le castagne dal fuoco alla Lazio. Attacco ispirato e difesa svagata, Reja dovrà ritrovare il bunker ammirato fino a novembre, componente fondamentale per ricominciare a volare.
LAZIO – La parola d’ordine è riscattare la figuraccia rimediata a Siena. Dopo il compleanno numero 112, la Lazio è chiamata ad una prova d’orgoglio: Reja deve fare a meno anche di Radu visto che l’emergenza infortuni non sembra voler allentare la morsa sulla squadra biancoceleste. Il modulo scelto è sempre il 4-3-1-2 e davanti a Bizzarri si rivede Cavanda con Diakitè e Dias centrali, Lulic torna a fungere da terzino sinistro. Ledesma, Gonzalez e Sculli formano il terzetto mediano, Hernanes è il trequartista dietro a Cisse e Rocchi. La prima occassione arriva dopo 37″ ma a firmarla è il Verona con un colpo di testa di Bjelanovic che costringe al miracolo Bizzarri. Chi si aspettava una Lazio arrembante e vogliosa di riscatto rimane deluso perchè per i primi 35′ i biancocelesti sono contratti, bloccati e non creano nessun tipo di ansia a Rafael. La manovra è lenta, il Verona si difende bene e quindi solo un colpo di testa di Cisse e un destro di Sculli scaldano un po’ un pubblico infreddolito. Dal 37′, però, la Lazio si sveglia come d’incanto e prima un tiro-cross di Cavanda non raggiunge di poco Cisse, poi Rocchi di destro impegna Rafael e poi dagli sviluppi di calcio d’angolo Dias irrompe e di piatto batte il portiere veronese. La ripresa parte con gli stessi effettivi della prima frazione e con un Bizzarri subito impegnato in uscita su Bjelanovic.
Dopo sette minuti Gonzalez s’invola e serve Cisse che di destro trova l’ottima risposta di Rafael. 180″ dopo è ancora il francese a provarci con un esterno dal limite dell’area ma la palla termina a lato di poco. Il raddoppio arriva poco dopo: percussione di Cisse che trova Rocchi, il capitano punta Pugliese e di destro coglie una deviazione del difensore che beffa Rafael. Neanche il tempo di festeggiare che Hallfredsson premia la sovrapposizione di Pugliese che crossa per Berrettoni che di testa fa 2-1. Reja toglie Cisse e inserisce Klose, il francese non ha fatto male e forse avrebbe meritato qualche minuto in più. Il tedesco ci prova subito con un tiro dal limite, Rafael para ma sulla ribattuta Gonzalez è impreciso e spedisce fuori da posizione favorevole. La Lazio, però, balla paurosamente in difesa e una palla lanciata da Esposito e spizzata da Bjelanovic trova D’Alessandro che in velocità brucia Dias e mette in rete. Un altro gol dell’ex dopo quello di Berrettoni visto che D’Alessandro è cresciuto nelle giovanili della Lazio. Reja toglie Sculli e inserisce Del Nero e Klose di testa sfiora il palo. Il Verona però quando si propone in avanti crea sempre grattacapi alla difesa biancoceleste. Al 90′ quando i supplementari sembrano alle porte, Hernanes con una punzione dal limite trova un gran gol e porta la Lazio ai quarti di Coppa Italia. Una Lazio pungente in attacco ma troppo distratta in difesa riesce a portare a casa una vittoria sofferta ma meritata e che rasserena un po’ l’ambiente dopo la debacle di Siena. Per Reja, però, c’è ancora da lavorare, la Lazio ammirata fino a novembre ancora non c’è.
VERONA– La squadra di Mandorlini è reduce da dieci risultati utili consecutivi (9 vittorie e un pareggio) e arriva quindi lanciatissima alla sfida contro la Lazio. Il tecnico gialloblu sceglie un 4-3-1-2 pronto a trasformarsi in 4-4-1-1 in fase di non possesso. Il centravanti è Sasa Bjelanovic, supportato da Lepiller e anche da Emil Hallfredsson ex centrocampista della Reggina. Non passano neanche 40″ che Bjelanovic si trova sulla testa la palla del vantaggio ma Bizzarri compie un miracolo e sventa. Dopo l’occasionissima costruita il Verona toglie il piede dall’acceleratore e si limita a difendere e ripartire in contropiede ma senza creare pericoli particolari. La difesa, però, dopo 35′ di grande attenzione comincia a ballare e la Lazio crea occasioni in serie prima con un tiro di Sculli e poi con Rocchi su cui è bravo Rafael. Il vantaggio è nell’aria e si materializza al 44′ quando Dias anticipa Russo da azione di calcio d’angolo e batte il portiere. La ripresa, come il primo tempo, parte con un’azione pericolosa creata dai veneti con Bjelanovi che viene anticipiato in uscita da Bizzarri.
La Lazio, però, cresce e Cisse va due volte vicino al raddoppio. Il 2-0 arriva poco dopo ma è Rocchi a siglarlo complice anche una deviazione di Pugliese che fa fuori Rafael. Il Verona però non ci sta e reagisce. Hallfreddson serve Pugliese che crossa per il neoentrato Berrettoni (per Galli) che di testa accorcia le distanze. Mandorlini inserisce anche D’Alessandro per Lepiller e proprio l’ex laziale (è cresciuto nelle giovanili biancocelesti) sfrutta una spizzata di Bjelanovic, brucia Dias e trafigge Bizzarri. I 3mila tifosi accorsi esplodono di gioia e gli uomini di Mandorlini ora sognano il colpaccio. Klose di testa va vicino al gol ma il Verona quando preme è sempre pericoloso. Al 90′, però, la beffa atroce visto che Hernanes trova la magia e trafigge Rafael con una punizione dal limite dell’area. Mandorlini interrompe la serie positiva ma può comunque essere soddisfatto per l’ottima prestazione dei suoi.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]