L’emergenza per Coronavirus ha messo in gincchio il calcio dilettantistico. A preoccupare sono soprattutto i mancati guadagni, ma ci sono anche altri fattori.
Già solo per la Serie D i danni da mancati incassi potrebbero aggirarsi tra i 12/15 mila euro e superare i 20 mila euro per le squadre più seguite, senza contare gli eventuali rimborsi di parte degli abbonamenti. Ancora peggio andrebbe per le categorie inferiori, che solitamente, utilizzano i ricavi da stadio per coprire dei costi di gestione corrente strettamente connessi all’attività continuativa sportiva quali utenze, trasporti, servizio lavanderia, costi legati all’evento partita come il personale sanitario.
Per quanro riguarda il rapporto società-giocatori, l’articolo 29 punto 3 e dall’articolo 94 ter delle NOIF prevede che in Serie D, al momento della stipulazione del contratto i calciatori debbano necessariamente sottoscrivere con la società sportiva anche un accordo di tipo economico, che può avere anche durata pluriennale, per far sì che il tesseramento risulti valido, fino ad un massimo lordo annuo di euro 30.658,00, da corrispondersi in 10 rate di pari entità. Se i calciatori non riceveranno il compenso pattuito sarà loro diritto presentare le loro istanze davantialla competente Commissione Accordi Economici della LND, che valuterà se stabilire o meno la corresponsione da parte delle società dell’importo richiesto dal calciatore.
Questione sponsor. Le squadre di Serie D e quelle delle categorie inferiori hanno come principale fonte di ricavo alcune sponsorizzazioni da parte delle imprese locali ma, essendo queste spesso basate su un accordo verbale, é molto probabile che gli importi delle sponsorizzazioni che non sono ancora stati versati nelle casse della società per l’emergenza Coronavirus non saranno recuperati. La questione dei diritti tv riguarderebbe soltanto la Serie D, che dovrebbe risolvere con Sportitalia e Eleven Sport e il calcio femminile dovrebbe vedere con SKY
Infine, c’é il discorso delle scuole calcio, da cui molte società ottengono buona parte dei loro introiti totali grazie alle iscrizioni dei bambini. A causa dell’emergenza Coronavirus non tutte le società hanno già riscosso il totale delle quote di iscrizione e quelle che già le hanno ricevute dovrebbero restituituirne una parte le famiglie in modo tale da mantenere un buon rapporto in vista della prossima stagione.
Mancati ricavi da stadio, rimborso ai giocatori. perdita degli introiti derivanti dalle scuole calcio e, per alcune venir meno dei diritti televisivivi. Fondati motivi che, come ha dichiarato nei giorni scorsi il Presidente della Lega nazionale dilettanti (LND), Cosimo Sibilia, fanno pensare al rischio di una riduzione del 30% delle società dilettantische, che potrebbero passare dalle 12 mila attuali a meno di 9 mila. Il Minministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, resosi conto della situazione, ha già tentato di venire incontro al mond dilettantisco ndun piano da 400 milioni di euro. Ma potrebbero servirne molti di più.
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