Andrea Cossu è fatto così. Gli parli di Bologna-Cagliari e lui, a proposito di rammarichi, inizia a lanciare la sfida all’avversario più sentito, quel Napoli che vinse al Sant’Elia all’ultimo secondo dei quattro minuti di recupero, guarda caso stesso minuto in cui il Bologna ha negato ai rossoblù la possibilità di tornare sull’Isola con tre punti in saccoccia.
“L’unico rammarico vero è quello della sconfitta contro il Napoli”, una frase secca, buttata lì quasi come un ammonimento, un’avvertenza per Mazzarri e la sua truppa: tra due settimane, nel posticipo del San Paolo, sarà battaglia.
Prima però c’è da pensare allo scoglio Udinese. Squadra forte e spettacolare, votata all’attacco, guidata da un grande allenatore e dotata di un attacco meraviglioso. “Dovremo stare attenti, l’attacco è’ il loro reparto migliore. Fanno molti gol, e Di Natale è veramente un grande giocatore”, afferma Cossu mentre già pregusta la sfida nella sfida con El Niño Maravilla Sanchez.
Sulla vittoria sfumata al fotofinish col Bologna il folletto sardo vede il bicchiere mezzo pieno: “Secondo me è un buon punto. Abbiamo recuperato lo svantaggio contro una delle squadre più in forma del campionato, dimostrando di essere vivi e possiamo ancora puntare in alto”. Al Dall’Ara peraltro è arrivato anche il suo primo gol stagionale. La metafora usata da Cossu per commentarlo sta a metà tra l’ironia e la poesia: “Ho fatto gol. La sensazione è la stessa di quando a Cagliari nevica. Le mie caratteristiche sono più quelle dell’uomo dell’ultimo passaggio”. Appuntamento con il gol che, se diventasse più frequente, potrebbe riportarlo a indossare la maglia della nazionale azzurra, alla ricerca disperata di un trequartista vero. “Ma io non penso alla maglia azzurra. Per me è importante far bene col Cagliari”, si schermisce Cossu, attaccato in maniera viscerale alla sua maglia rossoblù.
Nell’appuntamento con la stampa che fa da antipasto alla ripresa degli allenamenti, c’è spazio anche per i ricordi e per la celebrazione dei più importanti giocatori della storia del Cagliari. “Quali sono stati i quattro mori nella storia del Cagliari?”, domanda difficile e risposta modesta e diplomatica: “Riva, Lopez, Conti e Matteoli…ma lascio fuori ingiustamente gente che meriterebbe di venire citata”. Già, compresa un’autocitazione che non sarebbe stata certo avventata.
Chiusura sul ritorno al gol di Daniele Ragatzu, ormai sempre più a suo agio nei panni del giocatore di prima squadra che sogna di poter ripercorre le orme dell’idolo Cossu. E il pensiero non può che andare a quel pomeriggio in cui Ballardini gli disegnò addosso il ruolo del trequartista. Gennaio 2008, Juventus-Cagliari. “E’ stata la partita che ha segnato la svolta nella mia carriera. Una settimana prima giocavo col Verona contro la Pro Sesto”. Sul giovane compagno in rampa di lancio poi Cossu ha le idee chiare, così come su tutti i suoi compagni di squadra: “Ha grandi mezzi tecnici, è in crescita. Ma, sardi o no, la forza di questa squadra è che chiunque indossi questa maglia, dà il massimo”.
[Niccolò Schirru – Fonte: www.tuttocagliari.net]
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