La storia del Genoa è lunga, a tratti esaltante, molto spesso tribolata. Nella storia del Genoa c’è spazio soprattutto per chi la maglia rossoblù l’ha indossata con amore ed impegno, per chi, giorno per giorno, da semplice giocatore è iniziato a diventare un tifoso rossoblù. I grandi campioni non si dimenticano ma i veri Grifoni come Cristian Stellini riceveranno sempre un grazie sincero ogni volta che incroceranno la propria strada con un sostenitore del Vecchio Balordo.
Nel Genoa non ha giocato un’eternità, tre stagioni, ma quello che ha dimostrato lui, in molti non l’avrebbero fatto in una vita intera. La serie A solo annusata, poi la retrocessione d’ufficio in serie C. Stellini non abbandona la barca, anzi, contribuisce a farla diventare una nave robusta grazie a gol determinanti come il rigore nei play off contro la Salernitana. Ancora B, ancora promozione, ancora Cristian Stellini, un esempio lampante di quel che significa comportarsi da veri Grifoni.
Pianetagenoa1893.net lo ha intervistato nella settimana di Genoa – Bari, la partita dei ricordi e dei sentimenti.
Domenica si sfideranno Genoa e Bari, due squadre e due realtà che lei conosce molto bene: che partita sarà per Cristian Stellini?
«Sicuramente una gara diversa dalle altre. Genoa e Bari mi stanno a cuore ed ogni domenica tifo per loro. Inoltre sia con i rossoblù che con i biancorossi ho ottenuto la promozione nella massima serie vestendo con orgoglio le rispettive casacche».
Che succederà in quei fatidici novanta minuti?
«Lo scorso anno la partita di Genova fu combattuta, intensa e molto spettacolare. A ritorno, invece, le emozioni furono minori. Credo che il match di domenica prossima sarà molto simile a quello dell’andata dello scorso campionato come ritmi e qualità di gioco. Il Genoa parte favorito non solo per l’organico, che reputo superiore, ma anche per un ambiente unico in Italia».
Secondo lei che tipo di partita imposterà il Bari?
«E’ una squadra che si difende molto bene e che riparte veloce in contropiede. Suppongo che anche a Genova cercherà di far leva su queste caratteristiche. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che dispone di individualità molto importanti come Barreto, Alvarez, Rivas e Ghezzal, in grado in ogni momento di crea pericoli alla retroguardia avversaria. Rispetto allo scorso anno qualche tassello è cambiato ma l’ossatura, per sette undicesimi, è rimasta la stessa. Il mister, di conseguenza, ha potuto continuare il lavoro impostato con profitto lo scorso anno».
Molto rinnovato, invece, il Genoa. Crede che questo avvio non entusiasmante per quel che riguarda i risultati sia dovuto soprattutto a questo aspetto?
«Chi cambia tanto, nelle prime giornate rischia di pagare qualcosa sotto il profilo dell’amalgama. Giocare al Genoa, inoltre, è un’esperienza diversa rispetto a qualsiasi altra ed è normale che qualche giocatore possa aver bisogno di un po’ di tempo in più per calarsi al meglio nella realtà rossoblù».
Contro il Bari il Genoa cercherà a tutti i costi la prima vittoria casalinga…
«Al “Ferraris”, quando il Grifone alza i ritmi e riesce a dare continuità alla propria manovra diventa devastante. Anzi, sono convinto che non esista squadra nel panorama italiano in grado di reggere alla spinta e alla pressione dei rossoblù. Davanti al pubblico amico il Genoa non ha rivali».
Partita speciale per Andrea Ranocchia che, solo qualche mese fa, era un suo compagno di squadra al Bari.
«Ho sentito Andrea al telefono solo qualche minuto fa e non nascondo di avere un debole per lui. E’ un giocatore straordinario, a mio avviso in questo momento il migliore in Italia, e ci tengo davvero che faccia bene e che arrivi al più presto laddove merita: in nazionale».
Crede che il commissario tecnico Cesare Prandelli possa concedergli un’opportunità già in occasione di Italia – Serbia, che si disputerà proprio a Genova il 12 ottobre?
«Io, al riguardo, ho un’opinione ben precisa. La nazionale deve tornare a valorizzare i giovani e dimostrare di avere fiducia in loro. Ranocchia è uno di questi e merita di essere chiamato. Nel Genoa, però, ce ne sono anche altri che devono aspirare a vestire l’azzurro. In occasione della partita di Genova, però, rivolgerei un pensiero anche a chi giovanissimo non è più, come Marco Rossi, ma che nel Genoa è diventato una bandiera. Concedergli una passerella nel proprio stadio e davanti al proprio pubblico lo reputerei un premio doveroso per il rendimento evidenziato nell’arco della sua carriera e per la grande serietà dimostrata in ogni circostanza. La convocazione di Marco Rossi per Italia – Serbia sarebbe il più bel regalo che si possa fare a lui ed ai tifosi genoani».
Torniamo a Genoa – Bari e, in particolare, alla retroguardia pugliese, orfana di due pilastri come Ranocchia e Bonucci.
«Due grandi giocatori, indubbiamente, ma, ad esempio, Andrea Masiello è rimasto e con la maglia biancorossa ha raggiunto livelli ottimi che potrebbero permettergli tranquillamente di giocare titolare in una grande squadra. Il mister, inoltre, è stato capace di andare oltre le individualità e di schierare una formazione ugualmente organizzata che possa sopperire anche a perdite così importanti».
Lei, domenica, sarà uno spettatore d’eccezione di Genoa – Bari?
«Non sa quanto vorrei essere presente, è una partita che sento un po’ mia, quella che attendo di più dell’intero campionato. Purtroppo, però, i miei impegni professionali (collaboratore tecnico del Siena,ndr) non mi permettono di trascorrere a Genova un pomeriggio da emozioni forti».
Ha lasciato il Genoa da qualche anno ma lei è sempre un idolo della tifoseria rossoblù. Uno di quelli che resteranno per sempre nel cuore di tutti…
«A Genova ho ancora tanti amici e, al di là dell’aspetto sportivo, la soddisfazione più grande è quella di ricevere sempre tanto affetto ogni volta che vengo a far visita alla vostra città. Le posso svelare un segreto? Ho un sogno nel cassetto: tornare presto a lavorare per il Genoa. E’ per questo che voglio salutare tutti quanti con un sincero arrivederci».
[Claudio Baffico – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]