Serie A

Cristiano Ronaldo si racconta: “La Juventus come una famiglia”

Le parole del fuoriclasse portoghese della Juventus nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

TORINO – Cristiano Ronaldo si racconta nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta Dello Sport. Il fuoriclasse portoghese, da cinque mesi a Torino, ha fatto subito un primi bilancio della sua avventura con la maglia della Juventus“Sono molto felice di essere qui, la città è molto carina, i tifosi molto gentili e la Juventus è un club fantastico, con una organizzazione stupefacente. Qui i giocatori sono umili, lavorano molto. Sì, la mia impressione finora è più che positiva. Chi mi ha impressionato di più? Non è giusto citarne solo alcuni, ma posso dire che questo è il miglior gruppo in cui abbia giocato. Qui siamo una squadra, altrove qualcuno si sente più grande degli altri invece qui sono tutti sulla stessa linea. Sono umili e vogliono vincere. Se Dybala o Mandzukic non segnano, li vedi comunque felici, sorridono. Per me è bello, percepisco la differenza. Anche a Madrid sono umili ma qui… sento che lo sono di più. Qui sembra più di essere in famiglia”.

Cinque mesi fa la scelta di cambiare aria dopo nove anni, e trasferirsi alla Juventus. Ronaldo la racconta così: “Sono venuto qui perché ho pensato che la Juve è un club stabile, ha storia, ha fatto due delle ultime finali di Champions, ha vinto il campionato per sette volte di fila. Ho pensato a quello che ho provato quando ho giocato qui, l’atmosfera. Sono stati piccoli dettagli a fare una grande differenza. Allegri? Con lui lavoro da poco. Quello che posso dire, però, è che è molto professionale, serio, un ottimo allenatore, un tipo molto divertente. Una delle migliori qualità è che parla diretto, fa i nomi. Non capita che dica qualcosa e la gente si chieda a chi si riferisce”.

Poi, un invito particolare a Leo Messi“Non è una gara tra me e lui. Io faccio il mio lavoro, ho avuto successo in ogni club e questa è la cosa più importante. Non mi piace quando mi paragonano ad altri, non è giusto. I numeri parlano, se guardate le statistiche vedete. Io ho provato di poter avere successo con tutti i club e con la nazionale, non devo dimostrare nulla. Ho anche cambiato vita, sono uscito dalla zona di confort, ho accettato questa sfida e tutto è andato bene. Ho creduto in me e provato alla gente che sono ancora un giocatore incredibile. Mi manca? No, magari è il contrario. Io ho giocato in Spagna, Inghilterra, Italia e Portogallo e ho vinto ovunque lui è sempre stato in Spagna. Magari ha più bisogno lui di me… Per me la vita è una sfida, mi piace e mi piace far felici le persone. Mi piacerebbe che venisse in Italia, un giorno. Faccia come me, accetti la sfida. Però, se è felice lì, lo rispetto: è un fantastico giocatore, un bravo ragazzo ma qui non mi manca niente. Questa è la mia nuova vita e sono felice”.

Su una possibile Champions con la maglia della Juventus ha poi aggiunto: “Questo non è uno sport individuale, io sono sicuro del mio potenziale ma lo sport resta collettivo. Io dico sempre che la Champions non può essere una ossessione, bisogna pensarci con tranquillità. Tutti la vogliamo, ma dobbiamo arrivarci passo per passo. Guardate la partita con lo United, se fosse stato un quarto di finale saremmo usciti. Servono un po’ di fortuna, il momento giusto, i dettagli. Da quando sono qui ho realizzato che gli juventini si rifiutano di perdere due partite: quella con l’Inter e quella col Torino. Un derby è sempre bello e noi dobbiamo vincere. A volte i miei amici e la mia famiglia mi dicono: “ehi, sai che sei Cristiano Ronaldo? Tu non puoi fare questo”. Ogni tanto me lo dimentico, ma è una cosa buona. Se pensassi di aver vinto tutto, di avere soldi e successo, sarei pigro e non lavorerei duro. Preferisco non saperlo, a volte è meglio dimenticare di essere Cristiano”.

Infine una battuta sul Pallone D’Oro: “Io penso di meritarlo tutti gli anni, lavoro per quello, però se non vinco non è la fine del mondo. Rispetto la decisione. In campo ho fatto di tutto per vincerlo, i numeri non mentono, però non pensate che io sia meno felice se non vinco. Ho amici fantastici e ho la famiglia, gioco in uno dei club migliori, pensate che vada a casa e mi metta a piangere? Certo che sono deluso, ma la vita continua e io lavorerò ancora duro. Quindi congratulazioni a Modric, lui merita, ma il prossimo anno ci vedremo di nuovo e io farò di tutto per essere ancora lì”.

Alessio Evangelista
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Alessio Evangelista

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