È Un Napoli sgualcito da rimettere in amido, altrimenti il campionato diventa un’agonia sino a maggio, in un anonimato che non appartiene agli azzurri, che non meritano i tifosi e lo stesso club. Che succede al Napoli? Snoccioliamo due dati: rispetto allo scorso campionato ci sono 10 punti in meno in classifica. Allora il Napoli aveva vinto 12 volte contro i 7 successi attuali, pareggiando 4 volte e non 9 come in questa occasione, perdendo lo stesso numero di partite (5). Ulteriore dato: eravamo tutti preoccupati dalla difficoltà di segnare, pensavamo che sarebbe stato complicato rivedere Cavani andare a rete con continuità ed invece il Napoli quest’anno ha raggiunto quota 36 in quanto a gol fatti (lo scorso campionato era a 32), subendo tuttavia 4 gol in più (24 invece che 20). Ed allora che succede? Giochiamo ancora con i numeri: al 60% è responsabilità di squadra e tecnico. Gli azzurri, secondo me, rispetto a un anno fa giocano con meno ferocia, fame e determinazione, almeno in massima serie. Il tecnico sta sbagliando qualche scelta (leggasi modulo sempre uguale anche contro i bunker stile Cesena, ma anche lo scarso utilizzo di vecchi e utili bucanieri come Grava e Donadel). Il tutto è condizionato per metá (30%) dal dispendio fisico e nervoso per le gare di Champions, perchè il Napoli non a caso si è sgonfiato dopo la vittoria di Vila-Real (10 punti in 8 gare di serie A), ovvero una volta raggiunto il complicatissimo obiettivo. Al 25% è colpa del vento che gira contro.
Lo scorso anno 6 punti furono conquistati con le vittorie nell’ultimo secondo, stavolta contro Siena, Genoa e Cesena (per esempio) la palla non è entrata intorno al 90′. In questo «vento contro» c’è anche (anche e non solo) la questione arbitrale. Juventus, Milan (soprattutto) e Inter hanno avuto aiutini arbitrali quando hanno avuto difficoltà, nel dubbio hanno sempre avuto rigori, falli e gol a favore, non contro come nel caso del Napoli. Infine al 15% è l’organico che non ha risposto a dovere, schiacciato dalle eccessive aspettative (resta una rosa da quinto posto dopo lo splendido terzo posto dello scorso campionato, quando si andò oltre il proprio valore) e da un mercato estivo sinora sicuramente negativo, per la resa mediocre di tutti gli acquisti eccettuo Pandev. Occorre ricompattare il gruppo, pensare a lavorare ancora di più, far ruotare maggiormente la rosa, reagire con fiducia, avere il pieno sostegno del pubblico, non pensare alla classifica e- magari- centrare la gara della svolta. In questo senso Milan-Napoli può diventarlo. I rossoneri hanno difficoltà negli scontri diretti, il Napoli tatticamente gioca meglio contro le «big». Al netto delle decisioni arbitrali (che a San Siro sono spesso elemento influente) il Napoli può sorprendere il Diavolo e rianimare un campionato deludente ma non disastroso, se si parte dall’assunto che l’organico azzurro è il quinto della serie A ed ora è settimo. Per ora, almeno si spera.
[Dario Sarnataro – Fonte: www.tuttonapoli.net]