Da un mercato all’altro con in mezzo sei mesi di sofferenza. Bari, ci riproviamo?

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Riposo, assoluto. Poi, il recupero di tante pedine fondamentali dello schacchiere gestito da Giampiero Ventura. Solo dopo, ma non perchè di poco conto, il mercato, utile a dare man forte ad una flotta che ondeggia in fondo alla classifica della massima serie del calcio italiano.

Cosa rimane, cosa rimarrà dell’ultimo semestre di questo 2010, destinato a scomparire? Non molto di buono, purtroppo. Un ricordo che, si spera, possa solo che essere d’aiuto e d’insegnamento allo staff tutto del galletto. Un semestre iniziato con l’avvento del nuovo ds, Guido Angelozzi. L’erede dello ‘scomodo’ Perinetti, arrivando da un periodo d’inattività, mostra subito la sua voglia di mettersi in gioco. Bari, il Bari, è per il catanese occasione assai ghiotta per far ricredere chi diceva, sosteneva, che Angelozzi sarebbe diventato subito un flop per i Matarrese. Veloce consulto con la società, prime direttive ricevute, ed ecco il capolavoro della sua sin qui giovane permanenza in biancorosso: Bonucci alla Juventus, via Genoa, per 15 ml di euro, la cui metà finisce dritta-dritta nelle casse di via Torrebella. Bonucci doveva assolutamente partire, e la gestione del suo cartellino fu gestita al meglio. Il ricavato della vendita dell’ex numero ventritre, subito investito nell’acquisto di Almiron e Barreto, pedine assai preziose ed essenziali per il giocattolo di Ventura. Bingo! Il massimo, con il minimo sforzo.

Adesso arriva il bello. Definite le diverse comproprietà e prelevati Ghezzal e Pulzetti rispettivamente dal Siena e dal Livorno, è arrivato il momento di rinforzare la squadra, di aggiungere quei valori necessari per diventare grandi e sopperire al meglio le diverse partenze di grido dei vari Koman, Allegretti e Meggiorini, tre titolari della scorsa stagione, mica gente qualsiasi. Il tempo passa, però, e l’ex ds del Perugia non trova i sostituti giusti. Arrivano Rossi, D’Alessandro, Romero e Rinaldi, ma non sono loro, soprattutto agl’occhi dei tifosi, i botti di ferragosto. Si aspetta il colpo e, invece, si arriva al trentuno con un pugno di mosche in mano e con un Rinaudo lasciato scappar via verso Torino.

Un mercato mediocre, insomma. Che alza già le prime polveri dalle parti di via Torrebella. La tifoseria, però, mostra il suo amore e la sua fiducia in mister Ventura, superando le 14.000 sottoscrizioni e sostenendo la squadra alla grande sin dalla prima giornata, quando a Bari atterra la Juventus ‘di Rinaudo’, battuta e messa alle corde dal favoloso 4-2-4 di mister Ventura, che non aveva pù i Bonucci o i Ranocchia in difesa, ma che mostrava una mediana di assoluto livello, con il nuovo Ghezzal a sinistra a fare, quasi, da terza punta allargata. La domenica dopo, a Napoli, è ancora Bari schow, con un 2-2 agguatato nel finale di una gara giocata, per almeno 40 minuti, in stile Barcelona. Possesso di palla e ripartenze fulminee che avrebbero potuto ammazzare gl’azzurri già nel primo tempo, ma la poco cattiveria degl’avanti di Ventura non lo ha permise. Poi, dopo la gara al San Paolo, si è spenta la luce.

Stare a fare la cronistoria di tutte le gare, non servirebbe a nulla. Un filotto incredibile di sconfitte che nessuno avrebbe osato mai immaginare. Sino ad arrivare la giù, lì dove le forche della serie B incominciano a farsi sentire sul fondo schiena dei biancorossi. In mezzo, un’infinità di infortuni e mala sorte, a cui si spera dare un calcio con l’avvento del nuovo anno, a cui si chiede anche qualche aiutino in fase di mercato. Cosa manca al Bari attuale, nonostante i recuperi che ci saranno, per ‘pretendere’ di lottare per la permanenza? Quello che un po mancava già l’estate scorsa: un difensore, un esterno vero e, soprattutto, un centravanti di razza. Preso Glik, francamente, non si dovrebbe cercare altro. La rosa dei difensori, al completo, annovera già sette elementi. La scoperta Rinaldi, poi, potrebbe essere intesa come un aquisto nuovo di zecca. L’ex Rimini è già stato promesso a qualcuno? A tal punto, che arrivi un difensore, preferibilmente esperto come Terlizzi. Danilo e Rhodolfo sono giocatori di livello, ma giovani e sudamericani. La difesa di Ventura ha bisogno di operai di vecchia data perchè, i giovani, e pure bravi, ci sono già, vedi Belmonte o Andrea Masiello.

Gli sforzi maggiori dovranno essere consumati in attacco. Al Bari non serve un’attaccante ma… l’attaccante, quello che ti garantirebbe, visto anche il gioco che si spera di riproporre, almeno 10 marcature. Uno stile Maccarone, unico centravanti sul mercato in grado di dare un contributo sostanzioso al collettivo biancorosso. Okaka, che ben venga, ma non ha certamente il curriculum e il sexy appel di Big-Mac. Dei sudamericani come Moura , poi, inutile, ad oggi, parlarne. Ci sono trattative, ma l’obiettivo vero è qui in Italia.

Una volta avuto tutto, dal mercato e dall’infermeria (ancora oggi troppo affolata), l’allenatore ligure potrebbe davvero iniziare a rimettere su la banda biancorossa, orfana ancora di troppe ‘voci’ guida, come quella di Almiron, silenziosa, quasi inesistente. Bisogna rialzarsi tutti, dalla presidenza al racchettapalle. Che tutti tornino a fare il proprio mestiere, con l’obiettivo comune di conquistare quella permanenza assolutamente ottenibile vista la situzione. Lecce e Bologna, l’attaccante nuovo e i recuperi, possono cambiare le sorti di questa disgraziata stagione. Mister, lei ci insegna: Se vogliamo… possiamo… vero?!?

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]