FORMELLO – “Ho ritrovato la mia Lazio, quella vogliosa e tenace”. Si riparte dallo spiraglio di luce tracciato dalle parole di Reja dopo l’ennesima buona prestazione con epilogo beffardo. “Vincere anche giocando male”, aveva chiesto alla vigilia. “Ha perso giocando bene”, è stata la sintesi ironica di un Ranieri ringalluzzito da tanta grazia.
REAGIRE EVITANDO RIPERCUSSIONI – Il giorno dopo, il quarto incrocio capitolino di fila perso brucia ancora tanto, ma la voglia di trasformare la rabbia in carica è tanta e contraddistingue la ripresa della preparazione presso il quartier generale biancoceleste. La stracittadina numero 17 di Coppa Italia ha portato male (ancora una volta) alla Lazio, ora costretta a recitare il solito copione: “Abbiamo pagato a caro prezzo delle ingenuità, ora dobbiamo reagire e ripartire dalla prestazione di ieri, quella era la vera Lazio”.
La priorità è evitare il contraccolpo psicologico che ha caratterizzato le ore successive alla sconfitta del 7 novembre, dopo la quale arrivò il capitombolo di Cesena, insieme con il Lecce una delle prove più opache del campionato laziale. Dalla Romagna all’Emilia, contro il Bologna Reja e la Lazio non vogliono ripetere l’errore. Il giro di boa del campionato è stato superato da un turno, da qui alla fine del mese l’obiettivo è restare in scia del treno delle prime. Bologna, Fiorentina e Milan, il calendario non sorride, il rischio di perdere posizioni lieviterebbe in caso di debacle psicologica. “Ieri siamo stati eccezionali, l’approccio mentale è stato perfetto”, ha spiegato anche ieri Reja. Ed il tentativo di spinta emotiva c’è stato anche prima della seduta odierna, quando lo stesso Reja ha reso merito alla squadra per impegno e qualità di gioco. La mano di Lichtsteiner e il disimpegno errato di Radu, due parentesi all’interno di un match condotto per lunghi tratti con piglio e aggressività, proprio i fattori richiesti da Reja alla vigilia.
ZARATE “DEVE MIGLIORARE”, SCULLI SI FERMA – Non è bastato, ma a rincuorare il tecnico goriziano sono state anche le belle prove di Gonzalez e Kozak. Acuti che forniscono maggiore consapevolezza ad un organico che negli ultimi mesi si è spesso interrogato sulla propria competitività: “E con Sculli, Matuzalem e Rocchi saremo ancora più solidi”, ha sottolineato Reja ieri. Il brasiliano ed il capitano (lunedì nuove risonanze magnetiche di controllo) non ci saranno per almeno altri 10 giorni.
Il neo-arrivato, invece, già scalpita o forse sarebbe più corretto dire scalpitava, visto che nel corso dell’amichevole andata in scena ieri contro la Primavera (in campo solo coloro che non hanno giocato ieri il derby) si fermato. Un problema muscolare all’altezza del bicipite femorale della coscia destra ha consigliato l’uscita anzitempo dal campo. “Affaticamento” ha fatto sapere successivamente il bollettino medico, ma nelle prossime ore gli accertamenti del caso entreranno nel vivo. Si teme lo stop. Una possibile beffa, dopo la delusione di 24 ore fa. Ieri sera aveva morso il freno, dopo essersi riscaldato lungamente, ha accarezzato l’idea di rivelarsi subito protagonista nella serata più sentita. Se non fosse stato per il pasticcio che ha consentito a Simplicio di freddare Berni, magari non sarebbero stati affrettati gli ingressi di Bresciano e Mauri. La prospettiva dei supplementari era a portata di mano, poteva essere la sua mezz’ora.
Così non è andata ed ora anche la prossima fermata a Bologna è a rischio. E pensare che dopo la “bocciatura” pubblica rimediata da Zàrate sembrava in rampa di lancio. “La palla non è solo per uno, se continua così dovrò prendere provvedimenti”, ha tuonato un Reja certo di aver trovato il responsabile. Ha scaricato pubblicamente l’argentino come fece un anno fa proprio di questi tempi Ballardini. L’ha fatto a mezzo stampa, esponendo l’ambiente all’ennesima rottura con il numero 10 di Haedo: “Lo scorso anno ci siamo salvati con Floccari e Rocchi”, è stata la “minaccia” dal sapore sgradevole di panchina. Il pericolo è parzialmente rientrato ieri. Di ben altro tenore le parole di Reja: “Quella di ieri era solo una critica tecnico-tattica, lui è il più grande patrimonio della Lazio e ci tengo particolarmente alla sua crescita. Non si muove da Roma, ma deve migliorare”.
TORNANO FLOCCARI E MAURI, HERNANES POTREBBE NON RIPOSARE – Oggi, con le prime prove di formazione anti-Bologna potrebbero arriveranno le prime indicazioni concrete. Zàrate alla fine probabilmente partirà dall’inizio, ma di cambi da registrare ce ne saranno diversi. Floccari è già certo di ritrovare una maglia da titolare al centro dell’attacco. Stessa sorte attende a metà campo Stefano Mauri che rileverà uno tra Gonzalez ed Hernanes. Per il Profeta sarebbe la terza partita nell’arco di una settimana. Prima del derby era stato lo stesso Reja ad escludere, seppur in modo implicito, questa possibilità. “Compreso il campionato brasiliano e quello che più di tutti ha giocato nell’ultimo anno. Un calo di condizione ci può stare”.
Frasi chiare tendenti ad una turnazione con Mauri, che a suo volta ha riposato nell’impegno infrasettimanale. Poi c’è stata la confortante prestazione sciorinata, con tanto di primo sigillo nel derby: “L’ho visto in crescita”, ha sottolineato sempre Reja. E allora, visto anche il peso specifico della gara, è possibile che si ricomponga il quartetto titolare, con il numero 8 di Recife vertice alto del rombo, Mauri e Brocchi intermedi e Ledesma vertice basso a protezione della difesa.
SCALONI PER SOSTITUIRE LICHSTEINER – A variare saranno anche i due quinti della retroguardia. Biava, Dias e Radu sono i punti fermi, Muslera tornerà tra i pali, mentre a destra è ballottaggio aperto per la sostituzione dello squalificato Lichtsteiner. Diakitè ieri è stato provato solo al centro (in coppia con Stendardo) e allora per il momento in corsa sembrano esserci due uomini per una maglia. Cavanda contro Scaloni, il giovane rampante in cerca di riscatto dopo l’incubo Krasic contro l’esperto argentino. Dopo la convincente prestazione da vice-Radu contro la Sampdoria, le sue quotazioni sono aumentate sensibilmente e la conferma c’è stata nel test odierno contro i ragazzi di Bollini, che sulla fascia destra ha visto protagonista soprattutto lui. Cavanda si è mosso prevalentemente a sinistra. Ha preso il posto dell’ex Deportivo solo nella fase finale. L’indicazione sembra chiara: Scaloni in netto vantaggio.
[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]