Davide Santon non è solo un giocatore di proprietà dell’Inter, in prestito semestrale al Cesena, ma è molto di più. È – senza ombra di dubbio – un patrimonio del calcio nazionale, uno dei migliori prospetti di qua ai prossimi dieci anni.
Ci si dimentica spesso, nel giudicarlo, che Santon è un classe 1991, laddove i suoi pari età si stanno affacciando ora alla prima squadra e nella maggior parte dei casi sono ancora in fase di maturazione o a collezionare presenze nelle Primavera.
Santon è un ragazzo che, fino ad ora, può vantare ben 40 presenze con la maglia nerazzurra, più 2 presenze con il Cesena. In più, se vogliamo attenerci al solo dato statistico, ha collezionato ben 30 presenze con le varie rappresentative nazionali, dall’Under 16 sino alla Nazionale A, passando per l’Under 17, 20 e 21. Il tutto condito da quattro gol.
Santon è anche il ragazzo per il quale, negli ultimi anni, tre allenatori si sono spesi in prima persona: Mancini, che lo ha sempre osservato con molta cura, Mourinho che lo ha fatto esordire e lo ha portato in pianta stabile in prima squadra, ma anche Marcello Lippi, un allenatore campione del Mondo che, non molto tempo fa, disse: “Avevo detto che era un predestinato, e ora che l’ho visto dal vivo confermo: è esattamente così”.
Questo non è solo un elogio per uno dei ’91 più importanti del panorama nazionale ed internazionale. Sappiamo tutti, e lo sa anche il diretto interessato, che Santon ultimamente non ha offerto prestazioni all’altezza della sua fama e delle sue potenzialità, ma almeno un paio di cose vanno dette, chiare e tonde.
Forse i troppi elogi, e quel destino da “predestinato” hanno pesato incommensurabilmente, più dopo che prima, ma è anche vero che lo scorso anno un problema al ginocchio ne ha rallentano la crescita e la maturazione. Santon ha bisogno ora di tempo, della possibilità di sbagliare, e a Cesena ce l’avrà, con in testa però solo ed esclusivamente l’Inter e la maglia nerazzurra. Perché i tifosi vogliono e rivogliono Santon all’Inter, un patrimonio della società di Corso Vittorio Emanuele.
[Giuseppe Granieri – Fonte: www.fcinternews.it]