Le parole dell’ex capitano della Juventus nel corso di un’intervista a Sky Sport in compagnia di Francesco Totti.
MILANO – Alessandro Del Piero è intervenuto alla trasmissione Casa Sky Sport in compagnia di Francesco Totti. Queste le parole dell’ex capitano della Juventus: “Credo che sia io che Francesco abbiamo vissuto questa sportività e vita insieme, da capitani, in maniera attiva attraverso i nostri comportanti e le nostre dichiarazioni. Sappiamo di avere fatto qualcosa di importante per tutto il calcio. Il tributo del Bernabeu? E’ stata una cosa bellissima vista l’importanza della partita, dello stadio e della squadra contro cui stai giocando. Il momento della sostituzione, poi, ha assunto una visione diversa nel corso degli anni. L’ho ricordato pochi giorni fa, è come vincere un trofeo.
Il primo incontro con Totti? Credo fosse in Nazionale ed eravamo molto giovani. Rappresentavamo due mondi diversi con diverse tensioni ma, allo stesso tempo, grande rispetto reciproco nonostante quello che scrivessero i giornali. Lui per me, come io per lui, era un avversario da battere ma col passare degli anni il nostro rapporto si è intensificato, senza che servissero tante parole. La finale dei Mondiali? Un senso di completezza unico che un calciatore poi avere. E’ difficile descrivere ciò che è accaduto quella sera, è l’apice più alto che un calciatore può raggiungere e averlo fatto per l’Italia è stato un qualcosa di unico, il massimo della soddisfazione che puoi avere come persona e gruppo di lavoro”.
Pallone d’Oro? E’ un trofeo ambizioso per qualsiasi giocatori ma le dinamiche per vincerlo non sono così semplici. Per quanto mi riguarda non ho rimpianti anche se ci sono stati due anni in cui ci sono andato vicino. Poteva accadere ma non so perché sia accaduto. Non è un cosa che mi toglie il sonno. La barzelletta con Totti? Avevamo fatto allenamento al mattino e abbiamo impiegato tutta la sera per girarla, abbiamo creato un pezzo di filmografia unico.
La staffetta Totti-Del Piero? Io e Francesco abbiamo giocato spesso insieme con Trapattoni in un Mondiale finito male nonostante avessimo una grande Nazionale. Purtroppo poche altre volte abbiamo giocato insieme, personalmente ho grande rammarico per questa staffetta. Ogni allenatore fa le sue scelte. La staffetta non ha mi intaccato la nostra amicizia nel Mondiale del 2006, eravamo un gruppo unito e non c’è stato alcuno tipo di problema. C’erano troppe cose in ballo per poter spazio a egoismi particolari tra di noi.
L’addio alla Juventus? Potrei riprendere le parole di Francesco, l’onda emotiva che arriva ti travolge nonostante la preparazione che uno può avere. Vedere la reazione della gente incredula, tutti insieme a piangere. Sono momenti più belli di un trofeo, di una vittoria, di un gol. Momenti che ti toccano il cuore come in quella giornata, rimarrà unica per molti aspetti”