Già chiuso il mondo dentro un libro, 10+, stavolta Alex Del Piero lo condensa in un giornata sulla pubblica lavagna di facebook, rispondendo alle centinaia di messaggi dei suoi tifosi, da ogni parte del pianeta. Dibattito aperto ieri, per data piuttosto famigliare, 10/10/10: «Visto che capita una volta ogni cent’anni – ha scritto il capitano della Juve alle 10 e 10 in punto – e temo che la prossima non ci sarò (o perlomeno non credo che sarò ancora in campo…), questa data va celebrata in un modo speciale, come merita un numero per me molto speciale».
Ogni tanto Del Piero fa così: s’arresta e riguarda il sentiero percorso dal pallone e dintorni, tra vittorie e sconfitte, ma sempre lasciando pochi indizi su quello ancora da tracciare. O da firmare, come il contratto con la Juve, in scadenza il prossimo giugno: «Sto vivendo con grande serenità la questione del rinnovo e del mio futuro – scrive Alex – e non ho nessuna intenzione di sfuggire a questo argomento, ma davvero in questo momento il mio futuro è solo e soltanto la prossima partita. Da vincere. Per il resto, dobbiamo lasciare il tempo che le cose maturino, senza fretta». Non pare proprio l’anticipo di un addio alla casa bianconera.
Al momento, di certo, il numero dieci non ha comunque voglia di cambiare mestiere: «Sognare è fondamentale e non ho intenzione di smettere di farlo». Sul prato, s’intende: «Al ritiro non ci ho ancora pensato. Sono ancora troppo preso dal campo». Con qualsiasi divisa, bianconera o azzurra che sia: «Non direi mai di no alla Nazionale. È una questione di ambizione». Come pure allo scudetto, anche se il vocabolo è da maneggiare con estrema cura visto il recente disastro: «Dopo una stagione come quella dell’anno scorso – spiega Del Piero – sarebbe poco sensato fare dichiarazioni a sensazione. Ho sempre detto: lavoriamo affinchè a fine stagione possiamo voltarci indietro e dire che abbiamo fatto il massimo, essere orgogliosi di noi stessi. Essere tornati Juventus al cento per cento. E poi, nessun limite…». Che è ormai l’ordine di servizio, da Del Neri in giù.
Dal resto delle domande, esce una personale hit, come già accadde nel libro. Sull’Avvocato: «Penso manchi tanto a tutti perché è stato una persona incredibile».
Il gol più bello: «Il 2-0 sulla Germania a Dortmund». La vittoria più bella: «Per fortuna ho l’imbarazzo della scelta. Per non far torto a nessuna vittoria, scelgo la prossima». Dribbling sul difensore più fastidioso: «Sono tanti, troppi». Amici a quattro zampe e simili: «Ho un cane, cinque gatti, due acquari con i pesci e da poco anche un coniglio». Menù: «Pasta, fatta in qualsiasi modo. Le grigliate. E le patatine fritte. Sushi, pizza e anche il risotto a pensarci bene. Secondo voi ho problemi di dieta?». Dal discreto parco auto, tra cui una Ferrari e un Hummer, cita uno dei primi pezzi: «Conservo ancora gelosamente la Lancia Delta HF integrale che è sempre stata la mia preferita, fin da quando ero piccolo».
Il passato non si dimentica, insomma, che sia asfalto o prato, se si parla di Calciopoli: «Non vorrei tornare sull’argomento, perché credo che in questo periodo sia giusto così. Tutti conoscono qual è la mia posizione sui ventinove scudetti (ribadisco, ventinove), tutti sanno come la pensa la mia società, che ha esposto le sue ragioni nelle sedi opportune. Niente altro da aggiungere in questo momento». La prossima volta, chissà.
[Massimiliano Nerozzi – Fonte: www.nerosubiancoweb.com]
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