Quando una storia d’amore finisce, un rapporto volge al termine, scaturiscono reazioni contrastanti. I ricordi si mescolano con dubbi, soffermandosi su quello che poteva essere e non è stato. Questione di sfumatore, angolazioni e circostanze. Domenica sera al San Paolo è stato scritto un trattato su come possa evolversi la storia di dua vecchi amanti.
DENIS, IL RIMPIANTO – Vedere una prestazione del genere al San Paolo del buon Tanque ha lasciato sicuramente spazio all’ amarezza, un pizzico di rammarico per aver perso un’ariete che sicuramente avrebbe fatto comodo in una stagione ricca di impegni come quella che va a conclusione. L’argentino in 2 stagioni in maglia Napoli ha sempre diviso le opinioni di chi sottolineava la sua poca incidenza sotto porta e di chi ne esaltava il lavoro sporco, da prima punta vecchi tempi. Ai tifosi, al di là degli isterismi del momento, è sempre piaciuto per quel carattere, quella grinta messa a disposizione di una maglia che ha sempre cercato di onorare, anche al di sopra dei propri limiti. Un affetto, una stima che non possono essere che rinsaldati anche dopo la rete che in pratica ha spento i sogni scudetti azzurri. Un gran destro sotto la curva, quella curva con cui il buon Denis si è quasi scusato, ben consapevole del dolore che quel destro aveva provocato. Si chiama rispetto, riconoscenza, gratitudine. Valori che un uomo di sport, ed un uomo in generale, dovrebbe sempre tenere al centro dei propri obiettivi.
DOMIZZI, LA “MACCHIA” – Prendete una medaglia e capovolgetela. Prendete un calciatore “mediocre” che grazie al Napoli si è guadagnato dimora fissa in serie A, che ha avuto l’ONORE di battere due rigore contro la Juve al San Paolo e prendersi un’ovazione che non gli capiterà mai nella vita. Sempre sostenuto dai tifosi anche quando il livello delle prestazioni non risultava adeguato alle aspettative. Domizzi è un calciatore pagato per fare bene con la maglia che indossa. Senza dubbio. Ma si può essere professionisti come Denis, e lo stesso Inler. E si può essere INUTILI PROVOCATORI come Domizzi. Esultare al Friuli come un DANNATO per una rete segnata al Napoli è una SCELTA. Farlo al San Paolo davanti a quei tifosi dai quali hai ricevuto solo affetto è una VIGLIACCATA. Un superfluo esercizio di vendetta, verso quelli meno colpevoli per la fine di una storia d’amore che evidentemente ANCORA BRUCIA. Quanta rabbia, quanta acredine verso una maglia, una città ed un popolo passionale come quello partenopeo. Prendete gli almanacchi, usate un correttore. Quello non è un ex, è solo una macchia da coprire.
[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]