ROMA – Eusebio Di Francesco ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Le parole dell’ex allenatore della Sampdoria a cominciare proprio dall’avventura in Liguria: “Era il posto giusto nel momento sbagliato. Non per quello che ho trovato alla Samp, dove c’è tanta competenza e qualità. Anche io ero ancora un po ‘scottato, non era il momento giusto. Ma non rinnego la scelta: è stata un’esperienza che mi ha fatto maturare. Dopo la partita contro il Sassuolo sarei già voluto andare via, ci sono state situazioni che non si sono verificate, acquisti che avrei voluto e che non sono arrivati. La questione della cessione della società non ha aiutato nessuno ad avere serenità nel percorso, già alla seconda partita. Non sono stato esonerato, me ne sono andato e ho lasciato tutto. Ferrero non avrebbe voluto, ho scelto io di dimettermi, ho lasciato altri due anni e un ingaggio importante. Mi sono liberato, potrei firmare per qualsiasi altro club”.
Sulla Roma ha aggiunto: “Il calcio è così, legato a episodi: l’esonero con la Roma è stato un insieme di situazioni al di là dei risultati. C’era un po’ di malcontento che ci ha portato a quell’epilogo. È stato un periodo difficile per tutti, se fossimo passati con il Porto non so quale sarebbe stato il mio futuro. Campagna acquisti sbagliata? Sono state fatte delle scelte non corrette, a cominciare da quelle che rimpiango più di tutte, le partenze di Strootman e Nainggolan. Strootman è un giocatore straordinario, con la sua partenza abbiamo perso personalità e lo abbiamo pagato in continuità di risultati. Ho il rimpianto di non aver insistito a farlo restare, ho assecondato la sua decisione. De Rossi? Ha dimostrato un grande attaccamento, è stato uno di quelli che ha chiamato il presidente per evitare il mio esonero”.
Infine una battuta su presente e futuro professionale: “È una situazione particolare per tutti, cerco di vivere al meglio rispettando le regole. Ho dovuto rinviare tante situazioni, anche la possibilità di tornare ad allenare che mi era stata prospettata, l’ultima volta a febbraio. Spero che si possa ripartire il prima possibile, ma avendo un figlio nel mondo del calcio è giusto che si riparta rispettando determinati protocolli. Bisogna tornare alla normalità. Come si sta pensando di far ripartire le fabbriche, credo che si possa fare lo stesso per il calcio, ma il come lasciamo che lo decida chi sa. Ho una gran voglia di ripartire, ho attraversato momenti negativi, ho tratto grandi insegnamenti, ho acquisito un bagaglio importante per ricominciare, con l’obiettivo di sbagliare il meno possibile e fare le scelte giuste”.
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