In barba a chi dice che il calcio sta diventando troppo fisico Udinese-Cagliari è una sfida fra bomber “tascabili” Antonio Di Natale contro Marco Sau. 170 cm il capitano bianconero, appena un cetimetro più alto l’attaccante dei sardi. Due mini fenomeni che fanno della velocità, della tecnica e del senso del gol la loro vita. Ma entrambi non sono solamente accomunati dall’altezza. Come Di Natale anche Sau ha messo piede per la prima volta in Serie A venticinquenne, dopo una lunga gavetta, quando sembrava che i treni importanti fossero passati tutti. Iperzola, Varese, Viareggio le tappe prima di Empoli, col quale Totò-gol ha centrato la A a suon di gol, conquistandosi prima Nazionale, poi salvezza e infine Udinese. La parabola di Sau non si discosta di tantissimo: cresciuto nel suo Cagliari, con i rossoblù non metterà mai piede in Prima squadra non venendo ritenuto, scusate il gioco di parole, all’altezza.
Si parte con i campi polverosi della C1, a Manfredonia, poi è Albinoleffe in B per poi scendere di nuovo di categoria in quella che nel frattempo è stata ribattezzata Lega Pro: si parte con Lecco, poi arriva Foggia dove fa la conoscenza della vita, trovando il maestro Zdenek Zeman che lo farà diventare un attaccante iper-prolifico. 20 reti in 33 partite con i “satanelli” che non serviranno a fruttare l’accesso ai playoff ma che gli valgono la seconda chance in cadetteria, venendo chiamato dalla matricola Juve Stabia. A Castellammare si punta alla salvezza, si arriva alla fine all’ottavo posto e Sau, che nella prima parentesi in B aveva fatto 0 gol stavolta disegna tutt’altra storia andando in rete per 21 volte. Può bastare per il ritorno a casa Cagliari, dove incomincia la sua favola: segna a Palermo addirittura all’esordio, si ripete col Siena. Ma con la doppietta a San Siro contro l’Inter che il massimo torneo si accorge di lui. Cagliari gongola e chissà che non abbia trovato in lui ciò che Udine ha trovato nel nostro Totò.
[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]