Nel momento in cui tutti esprimono la propria sul modulo, sugli schemi, sulle strategie da adottare, ho provato a fare un po’ di excursus riguardo tale argomento. Già, perché la recente storia del Catania è piena di “revisioni tattiche” attuate in corso che, a guardare i risultati seguenti, han giovato parecchio alla causa. Il Catania di Marino nacque plasmato su uno spregiudicato 3-4-3; tre sberle a Mantova e il conseguente cambio: spazio alla difesa a quattro e ad un centrocampo di mezzale brave sia a offendere che a difendere. L’arrivo a gennaio di Mattia Biso, regista e fulcro sulla mediana, perfezionò l’assetto della storica squadra della promozione.
Nella rosa a disposizione di Baldini, un talento luccicava puro: Juan Manuel Vargas da Lima, Perù; eccelse doti tecniche e sinistro da fenomeno.Lì, nella posizione di terzino, pareva limitato, efficace ma sprecato. Fu Walter Zenga, successore di Baldini, a proporre perennemente la variante tattica vista sino ad allora solo in spezzoni di gara: Vargas avanti di una decina di metri e Rocco Sabato a “coprigli le spalle” nella zona difensiva. Il peruviano, in questo modo, fu liberato dai compiti di copertura e le sue qualità da funambolo vennero definitivamente fuori; gol, assist, divertimento.
Spesso costretto a ripiegamenti sulla fascia, a mansioni di interdizione, Mascara aveva nascosto per un po’ la sua genialità. Fu lo stesso Zenga a ritrasformarlo in trequartista puro, segnando forse la migliore stagione della carriera del calatino. Peppe interpretò alla grande quel ruolo, con ben 12 reti all’attivo, tra cui le intramontabili prodezze di Palermo ed Udine; mossa azzeccata.
Adrian Ricchiuti aveva sempre fatto la punta in quel di Rimini; e proprio come punta “leggera” era arrivato sotto l’Etna, qualcuno pensava addirittura per sostituire lo stesso Mascara. Qualche buona prova con Atzori, ma un inizio campionato parecchio al di sotto delle aspettative e delle potenzialità. Sinisa Mihaijlovic lo scoprì uomo di punta del centrocampo alle spalle del tridente; un fantasista atipico, piccolo e sgusciante, capace di far saltare gli arrocchi avversari con veloci tagli ed inserimenti. Così Ricchiuti diventò protagonista della splendida seconda parte di stagione, pedina insostituibile; nonostante le continue sirene di mercato.
Con il massimo rispetto per le scelte di Giampaolo, ci piace ricordare che un coniglio inaspettato dal cilindro del Mister ha spesso portato bene al Catania. Fiducia.
[Dario Damico – Fonte: www.mondocatania.com]
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