Nell’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia, ritroviamo un Massimo Donati che predica attenzione in vista della prossima sfida contro la Sampdoria: “Vedo troppa tranquillità, non vorrei ci fosse rilassatezza. In campo voglio un Palermo avvelenato, altrimenti si muore. Siamo reduci da due buone prestazioni e bisogna ripartire da quelle. Fa piacere che ambiente e tifosi siano più sereni, ma noi calciatori non dobbiamo rilassarci. Anche con la Samp è una gara da dentro o fuori. Siamo in pessime acque, bisogna essere avvelenati in campo, altrimenti non si va da nessuna parte. Possibilità di salvezza? Non faccio tabelle o percentuali, ma io non voglio assolutamente retrocedere e lo stesso vale per i miei compagni. La nostra tifoseria e questa città non meritano la Serie B”.
L’ex giocatore del Bari ha cercato di spiegare quali fossero i problemi di questa stagione così difficile: “Gasperini ci ha lasciato qualcosa, mentre con Sannino non abbiamo mai avuto problemi. Probabilmente anche le prestazioni al di sotto delle aspettative di noi senatori hanno inciso, ma rimurginare adesso non ha senso. Chi crede che i cambi tecnici e societari abbiano influito cerca alibi. Le responsabilità sono soltanto nostre, siamo noi a scendere in campo. Futuro? Sto bene e voglio continuare ancora a lungo per altri cinque, sei, sette anni. A inizio stagione il prolungamento era per me una priorità, perché qui sto benissimo. Ora credo che nessuno debba permettersi di pensare a contratti o addirittura altre squadre. Diamo tutti il massimo fino all’ultimo attimo, il diciannove maggio si potranno tirare le somme”. Infine una battuta sui prossimi avversari guidati dal tecnico Delio Rossi: “La Roma ci ha lasciato spazi, con la Sampdoria non sarà così. Al di là di come giocheranno loro però, noi non dobbiamo modificare il nostro atteggiamento. Bisogna avere la capacità di sacrificarsi e di soffrire tutti assieme. Loro hanno trovato la quadratura e avuto filotti di vittorie. Noi abbiamo perduto mille occasioni, in casa con Atalanta, Siena e Pescara. Dobbiamo giocare col sangue agli occhi sempre, gare interne e fuori. Qui o si vince o si muore, e noi vogliamo vivere”.
[Ugo Orlando – Fonte: www.tuttopalermo.net]