Un’Inter non bella sbanca il Ferraris di Genova con due lampi, due perle di Sneijder e di Eto’o, che regalano a Leonardo una vittoria di platino, al cospetto di una buonissima Sampdoria, brava a chiudere e ripartire in contropiede e creare tante occasioni da gol. Ora tutti sul divano per seguire Milan-Napoli (con la preferenza per il segno ‘X’) e pronti per una settimana piena di lavoro in vista del Genoa.
POSSESSO STERILE E SAMP COMPATTA – Leonardo conferma il rombo, con Sneijder dietro alla coppia Eto’o-Pazzini. Stankovic si posiziona in cabina di regia a costruire il gioco davanti alla difesa e Kharja a proporsi come un vero e proprio esterno, sull’out mancino. Di Carlo conferma lo schieramento prudente di Firenze, con Maccarone unica punta, con Guberti dietro di lui e linea mediana a cinque, tesa a sfruttare le fasce. L’Inter parte bene, portando tanti uomini nella metà campo doriana, ma trova pochi sbocchi visto che la fase di difesa degli uomini di Di Carlo è buona. I doriani chiudono bene gli spazi con raddoppi sistematici sulle fasce. La pericolosità nerazzurra (veramente ridotta) è affidata alla rapidità di Eto’o, che però non incide. Pazzini viene chiuso bene dai suoi ex compagni, che non gli lasciano spazi. Quando il Pazzo si libera e si allarga, Lucio manca la stoccata vincente, nell’unica occasione buona per segnare costruita dall’Inter.
DORIANI PERICOLOSI. RANOCCHIA TIENE – La squadra si spegne progressivamente, cadendo nelle maglie della difesa blucerchiata. I padroni di casa escono bene alla distanza, mettendo in difficoltà la squadra di Leonardo sugli esterni, grazie alla rapidità di Ziegler, Guberti (moto perpetuo) e Mannini che si gettano a capofitto e in grande velocità negli spazi lasciati da Chivu e Nagatomo, molto alti nell’altra meta campo. Ci vuole un ottimo Andrea Ranocchia per salvare l’Inter: su di lui Maccarone sbatte contro, neanche fosse un muro. Ed è ancora lui a salvare un tiro a botta sicura del biondo terzino svizzero, a due passi da Julio Cesar. Quando non ci arriva il difensore umbro ci pensa il palo, che respinge i sogni di gloria di Andrea Poli. Sampdoria gagliarda, Inter poco decisa.
L’INTER NON CAMBIA, LEO Sì – L’Inter non riesce a cambiare ritmo ed entrare in partita. La manovra non trova sbocchi perché la Sampdoria si chiude bene e prova in contropiede a pungere l’alta difesa nerazzurra. Uno dei pochi errori della gara di Andrea Ranocchia lancia Massimo Maccarone, che sfrutta un fuorigioco errato e si presenta davanti a Julio Cesar che con una grande uscita si riscatta dall’errore di mercoledì scorso. Leonardo decide di cambiare: si passa al 4-2-3-1 con l’ingresso di Pandev per Kharja. Il brasiliano vuole creare superiorità sulle fasce. Fasce che Di Carlo copre modificando la Doria con un 4-3-3.
I LAMPI DI WES E DI SAMU – Una partita così chiusa come questa, come poteva essere risolta? Da un lampo di genio di Wesley Sneijder che, al minuto 26 della ripresa, disegna una parabola bellissima che si spegne alle spalle di Curci. L’Inter, forte del vantaggio, gestisce bene il pallone, correndo pochi rischi. Di Carlo cambia e rende la sua Samp più offensiva con Biabiany, Koman e Macheda. Leo aggiunge la sostanza di Mariga per Pazzini e per resistere all’assalto finale della Samp. Il gol doriano non arriva, arriva il raddoppio di Samuel Eto’o, freddissimo in area. L’Inter porta a casa tre punti di platino.
[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]
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