ROMA – Snaturarsi non è mai una cosa positiva: si perde sempre la propria identità. È come uscire una sera a cena con una donna, mostrarsi in un modo. Sai che è inutile: prima o poi scoprirà a tue spese la tua vera identità. La Lazio del primo tempo è così: si snatura e non colpisce l’avversario. Quando poi torna se stessa prende i due gol su calcio di rigore, ma gioca molto meglio creando più occasioni da gol. Come cantava qualcuno “è la dura legge del gol”. Gli altri segneranno però che spettacolo quando giochiamo noi. Unica piccola consolazione: almeno Olympia riesce a fare un giro di campo sul braccio dell’addestratore. Bello il terzo tempo nel finale.
LE FORMAZIONI – Moduli speculari per Reja e Ranieri che confermano le formazioni annunciate. Il tecnico di Testaccio ha dalla sua una panchina migliore rispetto alle aspettative, visto che porta l’eroe di coppa, Greco, e riesce a recuperare Brighi e Pizarro.
LA CHIAVE – “Con calma e per piacere” sembra essere l’ordine iniziale che arriva dai due tecnici. La Lazio aspetta troppo e riparte. La Roma invece dà sempre la sensazione di poter far male quando si spinge in avanti. I due tempi sembrano due partite completamente diverse. Non fosse altro per le prestazioni di molti singoli: su tutti i due brasiliani della Lazio, Hernanes e Dias. Il primo gioca fuori ruolo nella prima frazione di gioco, mentre il secondo accusa troppo l’emozione della gara.
La Roma avanza in stile rugby: il pacchetto di mischia giallorosso sa quando far male. Centella le energie e sa di poter ferire soprattutto sui calci piazzati (tanto che la Sud esulta ad ogni punizione ed angolo conquistati). Non a caso la gara viene decisa da due calci di rigore.
LA LAZIO – Calma, rilassata e tranquilla. La squadra di Reja non vuole stravolgere il copione delle prime 9 giornate. Stendardo è l’unico a reagire veementemente alla rabbia agonistica degli avversari (vi ricordate un derby in cui la Roma sia stata meno aggressiva della Lazio?). Doppio brivido intorno al 20’ quando Rocchi manca l’aggancio per una questione di centimetri (lancio di Brocchi, cross di Mauri) e Hernanes tocca il primo pallone dell’incontro, spedendolo poco alto sopra la traversa (cross di Radu). Lichtsteiner (decisivo in fase difensiva sia su Riise che su Vucinic) non riesce ad affondare sempre come vorrebbe sulla destra, e la Lazio cerca i corridoi sulla sinistra. Tanto che Hernanes comincia a scambiarsi spesso con Mauri proprio da quella parte. Il Profeta però è troppo a disagio dietro le punte, anche se sembra prendere le misure al nuovo ruolo soltanto nel finale di primo tempo, quando se ne va a Simplicio con un doppio passo e prova la botta da fuori.
L’ingresso in campo di Mauro Zarate ad inizio secondo tempo riporta la Lazio al vecchio e solido 4-2-3-1. Cambia lo spartito quindi e anche la musica perché la Lazio è più dinamica, si muove meglio negli spazi e anche Hernanes sembra ritrovare la sua vena. Purtroppo la Roma trova il rigore del vantaggio nel momento migliore della squadra di Reja. Muslera ci arriva ma non trattiene. Nonostante questo la Lazio non si perde d’animo e continua a spingere e creare: segno che il ritorno al modulo del primato è la scelta giusta, ma tardiva. Al 65’ Hernanes spara addosso a Julio Sergio. Nel finale Morganti non vede la cintura di Riise su Mauri. A 7’ dalla fine Zarate pesca benissimo Foggia che sotto misura colpisce un palo clamoroso. Il raddoppio della Roma trancia le gambe ai biancazzurri che però hanno il tempo di recriminare anche un altro rigore nel finale (braccio di Simplicio).
LA ROMA – Come la Lazio, la squadra di Ranieri parte con il freno a mano tirato, ma (come previsto) tira fuori prima le unghie. Fatto sta che il primo tiro in porta arriva solo al 20’ ed è comodamente parato da Muslera. Il vero brivido è al 27’ quando Perrotta si sgancia al limite dell’area su una punizione battuta da Vucinic e il pallone esce di un nulla alla destra di Muslera. Ranieri deve togliere Menez per un guaio muscolare. Entra Greco, a cui pochi minuti dopo viene annullato un gol sul filo del fuorigioco (Borriello su suggerimento di Riise). Nella ripresa la Roma inizia peggio ma trova il gol del vantaggio su rigore grazie ad un varco che si apre nella difesa laziale: Simplicio va a botta sicura su un pallone che Lichtsteiner può solo fermare con la mano. Borriello trasforma e la Roma passa in amministrazione con Julio Sergio bravo in diverse occasioni. In contropiede coglie pure una traversa con Simplicio e nel finale c’è tempo per chiudere la gara con il rigore di Vucinic (che stavolta spiazza Muslera). La Roma prevale a “spintoni”: una gara che poteva vincere solo così. La Lazio però ha concesso il fianco.
[Federico Farcomeni – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]