Il Catania fuori casa non vuol proprio sentirne di vincere, nemmeno quando ci sono tutti i presupposti per far bene. Sono soltanto 4 i punti maturati lontano dal Massimino: troppo pochi, anche per una squadra che vuol mantenere la categoria. Poi sconfitte, tante, troppe, alcune imputabili alla sfortuna, altre ad una incapacità generale sia offensiva che difensiva.
Eppure il problema di fondo sta proprio in attacco: il Catania non segna in trasferta da oltre 430 minuti consecutivi, una vera eternità. L’ultima partita esterna in cui il Catania ha siglato un goal risale allo scontro diretto col Cesena, concluso sul punteggio finale di 1-1 (rete di Maxi Lopez).
Qualcuno, giustamente direi, sottolinea uno scarso rendimento di Maxi Lopez, attaccante Argentino capace di siglare lo scorso anno ben 11 reti in 17 partite: il problema però non è soltanto Maxi Lopez. Basti soltanto considerare i marcatori della scorsa stagione per capire una notevole differenza: oltre al bomber Argentino, il Catania annoverava attaccanti come Mascara, Martinez, Morimoto, capaci di siglare rispettivamente 8, 9 e 5 reti. Quest’anno, tolto Martinez, Mascara (fino a Gennaio) e Morimoto hanno siglato appena una rete. Complici gli infortuni ed una condizione psico-fisica piuttosto precaria, gli attaccanti rossazzurri non son riusciti a fare la differenza. D’altronde il secondo marcatore del Catania è Silvestre, un difensore, a quota 5 reti. Ed è un vero peccato perchè mai come quest’anno il Catania ha alimentato la propria verve offensiva grazie ai centrali difensivi: vedi l’appena citato Silvestre, o Terlizzi, o Capuano.
Sono state tante le partite in cui il Catania avrebbe potuto giovare di qualche punto in più in trasferta: ad Udine il Catania ha sprecato tre nitide palle goal per passare in vantaggio; contro la Lazio ha addirittura vanificato un contropiede in 3 contro 1 sul finale di gara; stessa “solfa” nelle restanti partite.
Ad incidere probabilmente è un blocco psicologico dovuto alle troppe sconfitte in cui il Catania è incorso, anche se l’impressione più forte è che la squadra manchi della giusta cattiveria, quella voglia di dimostrare a fatti e non a parole che si vuol veramente fare risultato. Perchè dopo il primo goal subìto i rossazzurri si sciolgono come neve al sole, gettando anzitempo le armi. Lo scorso anno il Catania si è quasi sempre (eccetto le brutte partite a Verona e Livorno) disimpegnato in trasferta, dimostrando di essere unito, di saper soffrire ma di saper altresì tirar fuori gli attributi. Chiaro, l’anno scorso gli Etnei hanno vinto soltanto due partite lontano dal Massimino, ma hanno saputo realizzare 14 Punti in trasferta, che per una squadra che deve salvarsi è tanta roba.
Invochiamo da diversi anni un Catania sempre più ambizioso, eppure è proprio il mal di trasferta a frenare i possibili sogni di gloria: già, inseriamo ad esempio una decina di punti in più alla attuale classifica per competere in ben altre posizioni. Qualcuno asserisce nel far giocare la Primavera in trasferta e non ha tutti i torti: quello che i tifosi vogliono è vedere 11 gladiatori in campo, 11 uomini capaci di sputare sangue per questa maglia e questa città. Ed è per questo che, oltre alla condizione fisica, bisognerà inserire uomini capaci di lottare e sudare per questa maglia.
L’occasione giusta arriva proprio nel Derby: una vittoria contro il Palermo darebbe entusiasmo alla piazza, cancellerebbe alcune amare delusioni e gaserebbe il gruppo, voglioso di dar continuità anche a Bari. Saranno due settimane di passione e sicuramente i tifosi del Catania accorreranno in massa al Massimino per spingere la squadra verso la vittoria.
[Roberto Finocchiaro – Fonte: www.mondocatania.com]