Sorpresi. E’ un Catania diverso quello visto sul sintetico del Piola di Novara. Duttile, Nuovo, Spavaldo. La differenza con la squadra degli anni precedenti è palese: un gioco aggressivo, corto, veloce, capace di mettere in difficoltà gli avversari anche lontano dal Massimino.
Niente barricate, niente catenacci, niente fronti di resistenza; il Catania di Montella si mette in gioco risultando talmente efficace da mettere a taccuino tre realizzazioni fuori casa nell’ultimo match, addirittura una in più di quelle finora siglate sotto il Vulcano. Un pò paradosso ricordando l’andazzo delle ultime stagioni.
Subire ci può stare; specialmente schierando una difesa rimaneggiata, costretta nella fase finale al riadattamento di Almiron a stopper. Ci è andata bene, ma su questa strada i margini di miglioramento sono larghissimi. La stessa sconfitta di Genova, avvenuta a causa di circostanze sfortunate e/o erroracci di singoli, ha mostrato un Catania coraggioso e capace di creare occasioni con facilità.
Un gran numero tiri fuori, a fin di palo, persino un gol annullato; il risultato di Tre a Zero è stato quantomeno bugiardo.
Il lavoro dell’Aereoplanino comincia a portare frutti. E’ la lezione del “nuovo calcio” degli anni 2000 che ha il Barcellona di Guardiola come modello esemplare e intoccabile. Un esempio di Football perfetto a cui tutti gli allenatori con una mentalità moderna e perspicace tentano di rifarsi con le relative proporzioni.
È il gioco degli scambi e delle sovrapposizioni, del passaggio veloce e del movimento senza palla, della sincronia tra fase difensiva e offensiva e della piena fiducia nel genio dei singoli. Ed è proprio di questo che Gomez ha bisogno; spazi, libertà e fantasia.
In quel di Novara, El Papu ha dimostrato di stare al Catania come Messi sta al Barca; questa squadra non può prescindere dalla sua presenza, specialmente in quella posizione, tra le linee, che gli consente di esprimere le sue sbalorditive potenzialità. Dribbling, veroniche, inserimenti e gol; è stato un Gomez impressionante in una delle sue migliori prestazioni in maglia rossazzurra. Mettiamoci poi un Lodi da Manuale dei Calci Piazzati e con mobilità tattica esemplare (specialmente nella prima frazione di gioco), ed ecco un Catania che piace. Non ancora vittorioso, non ancora al massimo, con parecchi svarioni di troppo, ma presente, vivo, emozionante.
Non sembra più tempo per noiosi pomeriggi alla ricerca del pareggino da riportare in Sicilia; non sembra più tempo di lunghe e sfrenanti astinenze da vittoria fuori casa; non sembra più tempo di festeggiare un segno “2” in schedina come un evento raro e incomprensibile. E’ un altro Catania. Un altro allenatore. Un’altra stagione. Divertiamoci. Noi cuori affamati ne abbiamo bisogno.
[Dario Damico – Fonte: www.mondocatania.com]
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