Un pareggio, una vittoria e una sconfitta: è questo il bilancio del duro trittico appena concluso dal Genoa di Malesani. Sono 4 i punti raccolti con Juventus, Roma e Fiorentina. Se nelle prime due partite il Grifone aveva convinto società e piazza di aver acquisito una certa solidità, nel match disputato ieri al “Franchi” contro la Viola si è notato qualche passo indietro sia a livello di gioco che d’intensità. A decidere l’incontro, la rete dell’ex cagliaritano Lazzari avvenuta dopo un micidiale contropiede degli uomini di Mihajlovic, ancora contestato dai tifosi nonostante il ritorno alla vittoria. Per mister Malesani ci sarà da lavorare sodo in vista del “pranzo” domenicale contro un’Inter in evidente difficoltà, in programma alle 12:30 al Tempio.
A trattare di questi temi caldi in esclusiva a Pianetagenoa1893.net, c’è Enrico Currò, inviato per lo sport per “Repubblica”, genovese DOC e per l’occasione il nostro “Giornalista della settimana”.
Dopo una settimana sugli scudi, con 4 punti ottenuti nei confronti con Juventus e Roma, il Genoa cade ancora una volta a Firenze. Come interpreta la sconfitta degli uomini di Malesani?
Da diversi anni il Genoa è una squadra che stabilmente occupa la prima metà della classifica, ma sempre da diversi anni è in fase di costruzione: ogni stagione si cambia spesso e volentieri, anche se forse quest’anno si è modificato in misura minore rispetto al passato. Si è cambiato il gioco, l’allenatore e l’organico dei giocatori. Questo andamento altalenante è dovuto al continuo ricambio e al fatto che la squadra di Malesani sia ancora in costruzione. Se però andiamo ad analizzare con precisione il campionato rossoblù, escludendo la partita di Parma, le sconfitte con Chievo e Fiorentina, come il pareggio con la Juventus, hanno lasciato l’amaro in bocca per come sono avvenute. Una volta pareggiare a Torino contro i bianconeri era qualcosa di sensazionale, ora invece rimane il rammarico per non aver centrato la vittoria, per come si era messa la partita. Questo è un paradosso che sta a simbolizzare l’alto livello del Genoa, che però è ancora in fase di costruzione: è un andamento altalenante che ci lascia di fatto spiazzati, che si deve accettare in questo periodo ma che tra un mese circa non deve e non può più ripetersi.
La squadra sembra aver fatto dei passi indietro rispetto agli altri due incontri della settimana. Potrebbe essere subentrata un po’ di stanchezza sulle gambe dei rossoblù?
Con il gioco professionistico di oggi, non andrei a ricercare le cause della sconfitta di Firenze nella stanchezze. Mi sembra più plausibile il fatto che nel calcio odierno si dia un’enfasi eccessiva ad ogni risultato: se si vince la piazza si esalta, se si perde la critica è pronta a rimangiarsi i giudizi positivi espressi neanche una settimana, ma tre o quattro giorni prima. Bisogna saper aspettare per poter dare un giudizio definitivo.
Ancora una volta, si è palesata l’assenza di una vera prima punta da affiancare a Palacio, che possa tenere palla in avanti, tirare in porta e soprattutto lasciare ad El Trenza la libertà di poter svariare su tutto il fronte offensivo.
Questa è una lacuna che Preziosi aveva avvertito e che fino all’ultimo ha tentato di colmare con l’acquisto di Gilardino: il bomber viola e Palacio si sarebbero completati alla perfezione. Malesani sa di non aver a disposizione un attaccante di quel livello e deve fare quel che può, con quel che ha. Caracciolo ha segnato con la Juventus e questo può essere un buon punto di partenza; Jankovic è un giocatore di alta classe, dimenticato per via degli infortuni, ma che insieme a Palacio può fare grandi cose. Ora come ora può non reggere due confronti ravvicinati, ma Malesani sa di poter farci un sicuro affidamento: se non c’è Caracciolo, con Jankovic e Palacio si può cambiare modulo, non è mica detto che si debba giocare per forza con una prima punta di peso. Abitualmente seguo il Milan e noto che, in momenti di difficoltà del reparto avanzato, i centrocampisti sono chiamati a fare la differenza in fase offensiva: le due punte, nel caso del Genoa Jankovic e Palacio, tendono ad allargarsi, favorendo gli inserimenti centrali per giocatori come Merkel che sanno sfruttare gli spazi concessi dagli attaccanti. Forse il calo di rendimento del Grifone è da individuare proprio nel reparto centrale.
Malesani invece si è molto arrabbiato per come è avvenuto il gol di Lazzari: un contropiede micidiale che ha colto di sorpresa una squadra schierata quasi completamente a trazione posteriore.
Questo è un paradosso che capita spesso in generale, non solo al Genoa. E’ giusto che Malesani si lamenti, ma da giocatori d’esperienza è difficile aspettarsi errori simili. In questi casi, è più giusto parlare di fase difensiva più che di difesa: l’iniziativa deve partire dal pressing alto degli attaccanti fino ad arrivare alla retroguardia, per impedire lo scorrimento dell’azione avversaria.
Chi salva dalla sconfitta del “Franchi”?
Credo che Merkel si sia confermato sui suoi livelli. É un giocatore sul quale il Genoa deve puntare sia per le sue qualità che per la giovane età. Un altro talento è indiscutibilmente Jorquera, sempre efficace quanto entra a partita in corso. A questo punto, sarebbe più giusto schierarlo dall’inizio.
Che bilancio si può trarre da questo trittico, in vista delle ambizione del Grifone?
Si capirà con il passare dei mesi. Sarebbe un peccato se il Genoa non riesca ad approfittare dell’equilibrio che sta subito dietro a Juventus e Milan: non c’è nessuna differenza tra la squadra ligure e le altre tre o quattro compagini che puntano a piazzarsi immediatamente dietro i primissimi posti. Il Genoa ha due vantaggi: uno è quello di giocare una volta a settimana, fatta eccezione dei turni infrasettimanali, senza impegni in altre competizioni europee, l’altro è quello di avere una panchina veramente invidiabile, che altre squadre si sognerebbero. Ci sono giocatori in grado di cambiare l’andamento di un incontro entrando a partita in corso, come si è visto con la Juventus o con la Roma. Se Malesani riuscisse a continuare questo processo di crescita, il Genoa potrà piazzarsi tra le prime sei posizioni in classifica: ci sono poi tutte le variabili del caso, tra infortuni e momenti no, ma credo che sia questo l’obiettivo che la società di Preziosi debba cercare di raggiungere. Con tutte le avversità del caso, credo che il Grifone non possa piazzarsi al di sotto della dodicesima posizione.
Domenica il Genoa “pranzerà” con un’Inter finora irriconoscibile ma sicuramente desiderosa di riscatto. Quante insidie nasconde l’incontro con i nerazzurri?
Sarebbe una banalità dire che dell’Inter non ci si debba fidare, per le potenzialità che ha a disposizione, però è chiaro che il Genoa deve sfruttare quest’occasione, tra le difficoltà in cui versa la formazione di Ranieri e il fatto che giocando al Ferraris, il valore aggiunto del tifo rossoblù può incidere direttamente sulla prestazione degli uomini di Malesani. Credo che i difetti della difesa interista, lenta e statica, sia perfetta per esaltare le virtù della coppia Palacio-Jankovic. Impostando un’attenta fase difensiva ed approfittando delle problematiche nerazzurre, il Genoa potrà senza dubbio dire la sua.
L’Inter, infatti, è rimasta l’unica “big” non ancora battuta dal Grifone dal ritorno in Serie A..
Prima o poi succederà. Se avverrà questa domenica non sarà frutto delle statistiche, ma per il fatto che il divario fra le due squadre si è ridotto. Se pensiamo allo 0-5 di due anni fa, l’Inter aveva un organico ben diverso da quello di quest’anno: le differenza tecniche si palesavano ad occhio nudo. Adesso il confronto è più aperto: non è detto che questa Inter sia superiore a questo Genoa.
[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]