Erling Haaland, il giovane attaccante più formidabile al mondo, la novità di maggiore interesse della Premier League da oltre dieci anni, è il protagonista del numero di GQ Italia dedicato allo sport. Nell’intervista di copertina, Haaland condivide le sue speranze per regalare finalmente la Champions League al Manchester City, le sue aspirazioni di aiutare la Norvegia a qualificarsi per la Coppa del Mondo nel 2026 e racconta quanto la meditazione lo aiuti a gestire lo stress.
Il numero di GQ Italia dedicato allo sport sarà in edicola dal 2 febbraio.
Condivide il suo obiettivo di consegnare la Champions League al Manchester City:
«Cercherò di fare tutto ciò che è in mio potere per vincere dei trofei con il Manchester City e proverò a cambiare le carte in tavola», dichiara. «Se tutto andrà come deve andare, il mio obiettivo è vincere la Champions League».
A proposito delle sue speranze di aiutare la Norvegia a qualificarsi per la Coppa del Mondo: «La mia è una nazione piccola, di dimensioni ridotte: 5,5 milioni di abitanti, se non di meno. Pertanto, non siamo tra le grandi. In ogni caso, alla Coppa del Mondo si vedono nazionali di piccoli Stati capaci di compiere imprese fantastiche», afferma. «La qualificazione ai mondiali del 2026 è il mio obiettivo principale. Spero un giorno di riuscire a disputare partite a eliminazione diretta con la Norvegia».
Alla domanda se gli interessa vincere il Pallone d’Oro, il premio individuale più prestigioso del calcio, risponde: «Penso che a tutti importi, ma non aiuta pensarci. Se tu e la tua squadra state giocando davvero bene, le prestazioni saranno positive, inizierai a vincere trofei e probabilmente finirai nella lista. Un esempio è De Bruyne che si è aggiudicato il terzo posto, a mio avviso ben meritato, tra l’altro. Ad ogni modo, non ha senso concentrarsi su questo tipo di pensieri»
Haaland e la sua famiglia sono tornati in Norvegia quando aveva tre anni, ma ha comunque sentito un legame con il Manchester City, dato che suo padre Alfie ha giocato nella squadra: «I miei genitori sapevano com’era il paese ed è stato un valore aggiunto. Anche giocare nella stessa squadra di mio papà è qualcosa di speciale»
Sulle sue pratiche di meditazione: «Odio lo stress e cerco di non subirne gli effetti. La meditazione serve proprio ad allontanare ogni pensiero snervante. Dipende dal singolo individuo, ma per me ha sempre funzionato alla grande».