Questa sera verdetti anche per la nazionale italiana chiamata a vincere contro l’Irlanda di mister Trapattoni e sperare del successo della Spagna per poter così centrare la qualificazione. L’ottimismo non manca in casa Azzurra, in particolare nel suo ct Prandelli che si vede fiducioso sul risulato dei suoi e su quello della Spagna.
Una partenza che non ha pienamente convinto soprattutto in fase offensiva, dove probabilmente si cerca ancora l’assetto ideale. Anche in questa partita sono previste 3-4 variazioni nella formazione. Queste alcune dichiarazioni in conferenza stampa:
Noi dobbiamo vincere la partita e meritare il passaggio del turno, anche perchè penso che la Spagna vinca con la Croazia. La terza partita condiziona le scelte e dovremo avere una squadra fresca e pimpante, per questo ci saranno tre o quattro cambi. Le scelte dovranno essere vincolate non solo alle mie sensazioni, ma anche ai riscontri scientifici, perché tutti i giocatori mi hanno assicurato di star bene.
La squadra crede al modulo con De Rossi dietro, un allenatore non deve andare contro la convinzione del gruppo. Quindi in questo momento non sto pensando di cambiare modulo e riportare De Rossi a centrocampo. È la sicurezza dei giocatori a rappresentare la nostra forza. Cerchiamo di portare più giocatori in area di rigore, anche contro la Croazia di occasioni ne abbiamo create parecchie, poi serve più cattiveria sotto porta.
L’Italia non deve attendere molto perché Balotelli l’aiuti, solo tre giorni. Da lui ci aspettiamo una grande reazione. Io non lo abbandono, l’ho fatto giocare quando tutta la stampa lo voleva in panchina. Chi vuole diventare grande, però, deve saper convivere con le difficoltà. Di Natale è più efficace quando entra a gara in corso.
Il calo fisico nel finale delle precedenti partite non è stato clamoroso ma ci siamo abbassati 20 metri. Dobbiamo giocare a calcio e non speculare sul risultato. Fin quando teniamo la supremazia del gioco siamo una squadra vera, quando cerchiamo di difendere il risultato subentrano le paure. È un fatto mentale, non fisico. Che va di pari passo con le conoscenze tattiche. La strada è, come indicato dalla Juventus, quella del calcio propositivo. Gli italiani hanno fantasia, possono proporre idee di gioco”.