KIEV – Tondo successo della Spagna nella finale dell’Euro 2012 che dopo aver conquistato la precedente edizione del 2008 ed il mondiale del 2010, centra l’appuntamento con la storia. Partiamo con i doverosi applausi per un avversario ben messo in campo, sempre pronto sulle gambe e capace, con il gioco, di dare continuità e spettacolo ad una partita che a 30 minuti dalla fine aveva ben poco da raccontare.
SILVA OFFRE IL BIGLIETTO DA VISITA – Nella prima marcatura delle furie rosse l’essenza della partita: scambi frequenti e spesso rapidi, tanti movimenti senza palla, gioco collaudato con calciatori che sanno toccare al meglio il pallone. Il primo tempo dei ragazzi di Prandelli non è da buttar via. Nonostante si giocasse con il baricentro molto basso e con De Rossi e Marchisio troppo occupati alla fase difensiva, qualche rimpartenza interessante si è pur vista. Attacco che tuttavia è stato meno accompagnato dal centrocampo con Cassano che finiva per fare il Balotelli e viceversa, perdendo così profondità ed imprevedibilità. Se a questo aggiungiamo l’infortunio al 21′ di Chiellini (non al meglio della condizione) si è subito capito che non era la serata ideale per poter sognare il colpo grosso.
DALL’ALBA AL TRAMONTO – Il terzino della Spagna è stato uno dei più positivi non solo della serata ma anche della stagione. Quale miglior coronamento la rete del 2-0 che mette ko gli azzurri che subiscono il contraccolpo psicologico. Se in molti speravano di riassaporare un Italia-Germania, saranno rimasti delusi, visto che la squadra in riserva di benzina era proprio la nostra.
DI NATALE CHE OCCASIONE, PERCHÈ MOTTA? – Nella ripresa Prandelli inserisce Di Natale per un acciaccato Cassano e l’avvio fa ben sperare. L’Italia appare più propositiva pur non creando palesi occasioni gol. Anzi è la Spagna prima ad impegnare Buffon con Fabregas al 4′ e qualche istante dopo rigore negato su tocco di mano di Bonucci. L’occasione ghiotta passa sui piedi al 7′ di Di Natale che in area piccola calcia prima in girata su Casillas e poi sulla respinta non alza il pallone. Al 12′ terzo e ultimo cambio con Motta al posto di Montolivo. Una scelta discutibile perchè a 30 minuti dalla fine sotto di 2 gol si sarebbe potuto osare di più. Se poi a questo si aggiunge la sfortuna che pochi istante dopo costringe proprio Motta a fermarsi e a giocare così in 10, la frittata è fatta.
ACCADEMIA E GOL – La gara per gli azzurri termina qui con Bonucci e company che sembrano non avere più nè benzina, nè forza di reazione per provare a far male. De Rossi fa il centrale difensivo alla grande ed evita almeno 2 gol, Balotelli ripiega sulla trequarti nella speranza che possa finalmente vedere come è fatto il pallone, Di Natale svaria molto sul fronte offensivo ma si fa costantemente fermare in fuorigioco. Così la gara è una sofferenza per l’Italia che in balia del gioco brillante e talvolta “irriverente” degli spagnoli allargano troppo le maglie lasciando ai nuovi entrati Torres e Mata di unirsi alla festa.
Un plauso a Prandelli ed al team azzurro per l’Europeo svolto dove si è probabilmente ottenuto molto più di quello che era nelle possibilità. Peccato per una finale giocata con poco fiato e dove forse si poteva rischiare qualche giocatore o modulo differente. Magari la sconfitta sarebbe arrivata lo stesso ma per lo meno si sarebbe potuto dire: “Ci abbiamo provato””.
TABELLINO:
SPAGNA-ITALIA 4-0
Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Piqué, Ramos, Alba; Xavi, Busquets, Xabi Alonso; Silva (59′ Pedro), Fabregas (75′ Torres), Iniesta (87′ Mata). All.: Del Bosque.
Italia (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini (21′ Balzaretti); Pirlo, De Rossi, Marchisio; Montolivo (57′ Thiago Motta); Cassano (46′ Di Natale), Balotelli. All.: Prandelli.
Arbitro: P. Proença (Por).
Rei: 14′ Silva, 41′ Alba, 84′ Torres, 88′ Mata.
Ammoniti: 25′ Piqué (S), 45′ Barzagli (I).
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