Questa è l’Europa che ci mancava tremendamente: emozioni, cuore, palpitazioni di Lazio. Partita folle al Borussia Park con i padroni di casa che trovano il vantaggio con un penalty di Stranzl. Nella ripresa la Lazio si sveglia, merito di un’importante mossa tattica ingegnata da Petkovic. Floccari pareggia, Kozak inverte gli equilibri. Marchetti para un altro rigore di Stranzl, ma Marx sigla il pari, sempre dal dischetto. Arango regala il nuovo vantaggio ai suoi nel finale, ma super Kozak nel recupero firma il definitivo e più che meritato 3 a 3.
FORMAZIONI – Petkovic stima Favre e si comprende subito il perché. Il tecnico svizzero abbraccia la Petkofilosofia del calcio dinamico senza punti di riferimento. Davanti alla linea a quattro schiera due mastini come Nordveit e Jentschke (difensore puro) con l’intento di pedinare Hernanes in ogni suo movimento. Rinuncia ad un po’ di qualità e palleggio in mezzo al campo, come si evince nel primo quarto d’ora, ma ne guadagna in dinamismo e quadratura. Squadra estremamente corta, pressing alto. Sulla sinistra Arango è il giocatore di maggior qualità, costringe la coppia Candreva-Konko ad un’attenzione supplementare. Sull’altro versante Cigerci si accentra in fase difensiva formando un trio di tre centrali che crea enorme densità e ostacola le evoluzioni offensive della Lazio. Il polivalente peperino Herrmann parte largo a destra, ma in attacco gironzola intorno al perticone De Jong, togliendo punti di riferimento agli avversari. Il 4-1-4-1 della Lazio è uno spartito trito e ritrito. Compatto sì, ma poco pericoloso in fase offensiva, con Floccari ingabbiato tra i due gigantoni della retroguardia. La mediana densa dei Puledri consiglierebbe aperture sugli esterni, ma le zingarate di Hermann e Arango tengono troppo in apprensione per sgroppare sulla fascia senza ansie e paranoie.
PRIMO TEMPO – Il primo quarto d’ora è un’attenta partita a scacchi tra due giocatori (Petkovic e Favre), che pur non essendosi praticamente mai incrociati, conoscono pregi e difetti dell’uno e dell’altro come una navigata coppia di fidanzatini. Favre gioca a fare il Petkovic e la sua riproposizione del tema biancoceleste sorprende la Lazio. Le difese restano però compatte e ben amalgamate, consigliando tiri dalla lunga distanza – Arango prima e Candreva poi – che non impensieriscono i rispettivi portieri. Ledesma con il pressing prova a cercare il piatto nel capello al cyber portiere ter Stegen, e per poco non realizza un gollonzo alla Gialappa’s sul rinvio incerto del fenomenale estremo difensore tedesco. La Lazio sembra comunque in amministrazione controllata, finchè al 16’ Andre Dias combina il patatrac. L’errante Herrmann taglia verso il centro come di consueto e si infila tra le maglie difensive, Dias non si avvede della copertura di Konko e decide bene di stendere senza trucco né inganno il rapido esterno tedesco. Stranzl pone la palla sul dischetto e spacca la porta con una sassata centrale, esecuzione poco sofisticata ma estremamente efficace che vale il vantaggio Borussia. Petkovic scuote la testa, disattenzione grave.
La Lazio perde un po’ la bussola, Ledesma in mezzo al campo ha fiato corto e poche idee, il gioco passa troppo per il centro, ostinatamente, cozzando contro il muro alzato sapientemente da Favre. Il Borussia dal canto suo riparte con intelligenza e rapidità ed è Gulliver De Jong al 33’ a sfiorare il raddoppio, sovrastando il lillipuziano Konko in una situazione di palla scodellata in area, palla fuori di un metro scarso. La Lazio cerca soprattutto il jolly dalla lunga distanza: Candreva chiama ter Stegen all’intervento su una punizione di buona fattura, Hernanes alza il suo calcio piazzato dai 25 mt. I biancocelesti riescono una sola volta ad aprire il gioco sulla fascia sinistra e non a caso creano l’occasione più ghiotta: traversone di Lulic con il destro, Floccari prende il tempo al marcatore e gira di testa, ter Stegen consolida le sue referenze con un balzo tutt’altro che scontato. Reazione positiva della Lazio, peccato che dall’altro lato Arango è un po’ il Re Mida: punizione mancina al 40’, Marchetti statua di cera, palo pieno ed Herrmann che spreca la ribattuta.. Un altro tiro deviato di Hernanes, manca lo specchio per poco, due fischi di Karasev e tutti negli spogliatoi a schiarire le idee.
SECONDO TEMPO – Basta una sola mossa sullo scacchiere per far saltare il piano tattico di Favre. Petkovic comprende che senza i tagli di Mauri il 4-1-4-1 è terribilmente sterile. Esce il confuso Ledesma, al suo posto ritrova il campo Libor Kozak. La linea difensiva del Borussia, non una batteria di scheggie per antonomansia, dimostra la sua pochezza come già evidenziato in Bundesliga. La Lazio raggiunge il fondo con continuità, i centrali si impiccano nella marcatura sui cross, l’area è più popolata. Al 57’ entrambi si incollano a Kozak, Stranzl non stringe, Floccari si infila alle loro spalle e calcia al volo battendo ter Stegen. Esultanza con mulinello e nona rete stagionale, mai così prolifico in biancoceleste…e siamo ancora a febbraio. Borussia in bambola, al 64’ risultato ribaltato. Lulic prezioso sulla corsia di sinistra, pennella un cross al bacio per Kozak che anticipa il difensore a centro area e sfrutta il suo piedone per esteso firmando la fulminea remuntada: Lazio sugli scudi, inerzia che gira improvvisamente. Candreva rischia anche il tris ma Favre allunga nuovamente l’occhio verso il vicino di banco Petkovic e copia la mossa delle due punte. Al 69’ l’agitato Dias si dimentica la lezione sulla fiscalità degli arbitri europei per le trattenute e stende Stranzl in area. Rigore ed espulsione per doppio giallo: ancora Stranzl dagli undici metri, stavolta Marchetti indovina l’angolo, capatina in cabina telefonica per indossare i panni di supereroe e parata strepitosa.
Un minuto più tardi il gigante austriaco, terzino sul referto ma non nelle attitudini, centra un palo clamoroso, con Hermmann che spreca ancora il tap-in. Tachicardia, ma è solo un delicato antipasto. Nel frattempo Cana subentra a Candreva, la Lazio si schiera con un 3-4-2 con ali piuttosto ancorate. Floccari e Kozak si intendono a meraviglia, uno splendido triangolo in transizione offensiva porta il calabrese al tiro, alto di un metro. Favre aggiunge peso all’attacco, con l’ingresso di Xhaka prima e Hanke poi stende sul tavolo una variante di 4-2-4. Minuto 83’, clamoroso al Borussia Park: il fattaccio Dias non fa giurisprudenza, Cana stende De Jong con una vistosa trattenuta, il fischietto russo non si lascia impietosire e calca la mano. Calcio di rigore. Il preparatore dei portieri atletico Grigioni consiglia a Marchetti l’angolo, per agonismo o incomprensione l’estremo difensore di Bassano battezza il lato opposto e lo specialista Marx lo spiazza. Due a due, le squadre si potrebbero accontentare. Arango però si è allenato tutta la gara con i calci piazzati, stavolta Floccari spizza quel tanto la traiettoria da metter fuori causa un Marchetti comunque mal posizionato: vantaggio Borussia a tre minuti dal termine, pazzesco. La Lazio di Petkovic ha un grande pregio, non conosce la parola “resa”. Nell’extratime Hernanes accarezza la palla verso Kozak, testata vincente in totale solitudine dell’airone ceco (settimo gol in Europa League) dimenticato nell’ultimo periodo in fondo alla panchina. Tre e tre, elettrocardiogramma impazzito, ma alla Lazio va decisamente bene così.
TABELLINO:
M’Gladbach (4-4-2): Ter Stegen; Stranzl, Brouwers, Dominguez, Wendt; Cigerci, Jantschke (30′ st Hanke), Nordtveit (28′ st Marx), Cigerci (30′ st Xhaka), Arango; Herrmman, De Jong. A disp.: Heimeroth, Daems, Youness, Rupp. All.: Favre
Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Radu; Candreva (26′ st Cana), Gonzalez, Ledesma (1′ st Kozak), Hernanes, Lulic (41′ st Ciani); Floccari. A disp.: Bizzarri, Pereirinha, Onazi, Ederson. All.: Petkovic
Arbitro: Karasev (RUS)
Reti: 17′ rig. Stranzl, 39′ st rig. Marx, 43′ st Arango (M), 12′ st Floccari, 19′ st e 49′ st Kozak (L)
Ammoniti: Gonzalez, Cana (L), Arango (B)
Espulsi: 23′ st Dias, per doppia ammonizione
[Davide Capogrossi – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]