Ha vinto la Juve, ancora grazie ad una magia di Andrea Pirlo. Ha vinto la Juve, nel modo studiato da Antonio Conte: al piccolo trotto nella prima ora, all’arrembaggio nel finale, quando la Fiorentina, prevista all’attacco all’inizio, sarebbe calata mentalmente e fisicamente. Ha vinto la Juve, che continua la sua corsa verso casa.
Adornata per le grandi occasioni, quella della Fiorentina, nella serata da “dentro o fuori”. ‘Franchi’ viola, vibrante, virtuoso. Allo scontro finale contro i rivali di sempre si è presentata tutta Firenze: scenario da brividi sugli spalti, tensione tangibile nei volti delle due squadre. Formazione migliore per la Juve, al netto degli assenti difensivi: Caceres al posto di Barzagli nel terzetto arretrato, Isla sulla fascia destra per risparmiare Lichtsteiner, alternativa dietro e quindi soluzione a partita in corso. Al 3-5-2 di Conte, ha risposto il 3-5-2 di Montella: Vargas-Cuadrado le frecce, Ilicic il suggeritore, Gomez il cecchino dal piede caldo. Questo sulla carta. Perché in campo, l’ex ‘aeroplanino’ ha schierato il colombiano esterno basso: difesa a 4.
Fiorentina virtualmente qualificata grazie al ritorno in vita del tedesco, Juve con il bisogno di segnare in virtù del pareggio casalingo. Eppure è partita più forte la squadra di casa, che ha aggredito senza dare tempo ai bianconeri di organizzarsi: al 2′ Ilicic ha provato da lontano, al 3′ Gomez ha incrociato di poco fuori, al 4′ Cuadrado non ha chiuso bene una azione sulla destra. Attaccata ma non colpita, ‘Madama’ ha avuto modo di assestarsi e lasciarsi trasportare dalla veemente rabbia di Tevez, al ritorno dopo due partite da spettatore e palesemente desideroso di spaccare il mondo. La prima occasione è nata però sull’asse Bonucci- Pogba (21′): lancio del registra arretrato, controllo e tiro troppo esterno del francese. Che subito dopo ha centrato la porta e chiamato con una deviazione di testa Neto ad un intervento basso: tutto inutile, bandierina alzata.
Una conclusione di Pizarro finita di un soffio a lato di un Buffon in ritardo; un destro di Tevez neutralizzato da Neto: il botta e risposta alla mezz’ora ha avviato una fase vivace, senza respiro, con continui ribaltamenti di fronte. Al 37′, l’azione più bella della Juve: possesso prolungato, noncuranza dei fischi del ‘Franchi’, lancio di Asamoah per Vidal e retropassaggio volante per Tevez, che di girata ha spedito fuori. Decisamente fuori, al 39′, anche il destro di Ilicic dal limite dell’area bianconera: libero come era, fosse stato il sinistro… Ancora Tevez, violento ma centrale, al 43′. Poi, solo agonismo e sudore.
Della Juve il primo tiro della ripresa (sempre l’”Apache”, respinto da Rodriguez), della Fiorentina il primo cambio (fuori Pizarro per problemi muscolari, dentro Ambrosini). Viola anche la prima occasione vera (5′): Vidal ha atterrato Cuadrado dal limite, Borja Valero ha calciato troppo delicatamente una punizione che poteva fare male. Ben più minaccioso un bolide di Cuadrado (12′), che ha costretto Buffon ad arrangiarsi in qualche modo per restare in piedi. La risposta bianconera pochi secondi dopo: cross preciso di Isla per Vidal, che in volo di testa non ha deviato come lui sa.
Partita scoppiata. Tevez (conclusione centrale) ha avviato la fase finale, all’arrembaggio per la Juve. Fiorentina stanca, rintanata, impaurita. Annebbiata. Ed al 23, la certezza: Llorente ha saltato netto Rodriguez, che non ha potuto far altro che abbattere lo spagnolo ed osservare il rosso di Webb. Viola in inferiorità e pallone a Sua Maestà Pirlo.
Quattro giorni dopo Genova, un’altra punizione dal limite. Quattro giorni dopo Genova, un altro calcio da piazzare. Quattro giorni dopo Genova, un’altra magia. Stavolta, il “21″ bianconero ha scelto il lato del portiere: tiro forte, secco, precisissimo. Neto, lì pronto, non è riuscito neanche a sfiorare. Vantaggio Juve.
Uno in meno ed uno sotto, la Fiorentina non è stata capace di reagire. Pallone tra i piedi bianconeri, menti viola stanche e fuori fase. Llorente ha chiamato Neto al riflesso prodigioso (32′) con un’incornata delle sue. Lichtsteiner (fuori Isla) lo ha impensierito con un tentativo da destra (37′). Aquilani al 40′, con l’esterno su sbavatura di Vidal, ci ha provato, ma Buffon era lì ad attendere. Juve con la ragione, Fiorentina di disperazione. In contropiede, Vidal ha buttato sull’Arno un’occasione colossale (assist di Osvaldo, colpo di testa a lato); in contropiede, Cuadrado è stato l’ultimo ad arrendersi, spinto dalle preghiere di uno stadio intero. Preghiere vane: il dessert se l’è mangiato la Juve.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]